7 gennaio 1797 nasceva il nostro Tricolore

La nostra Bandiera, ideata, proposta e fatta promulgare dal lughese Giuseppe Compagnoni, celebra oggi, 7 gennaio 2021, il 224° Anniversario.
L’Unione Nazionale Ufficiali in congedo d’Italia, delegazione regionale dell’Emilia Romagna, sezione di Lugo, “M.O.V.M. Francesco Baracca“, dal 1997 promuove e organizza nella città dell’Asso degli assi, la “Giornata del Tricolore”, evento riservato agli studenti delle scuole medie e superiori della città, per ricordare alla cittadinanza la giornata storica della nascita del nostro Tricolore e la splendida figura del patriota e giurista Giuseppe Compagnoni.

Noi Italiani da oltre 200 anni vediamo nel Tricolore il simbolo dell’indipendenza e dell’unità nazionale, il riconoscimento popolare della nostra Patria; in una parola esso è il simbolo della nostra Nazione e quindi la sua storia è in effetti la storia della nazione stessa.
Ma come è nato il nostro Tricolore, e quando? Come è avvenuto che il verde, il bianco e il rosso siano diventati i nostri tre colori nazionali? Chi ha ideato e dato all’Italia il Tricolore e quale è stata la storia della nostra Bandiera?
Un po’ di storia.
Nel 1796 quando l’Armata di Napoleone Bonaparte comparve in Italia, lo stendardo francese a tre colori colpì la fantasia di molti Italiani, (allora le bandiere degli stati della penisola erano a uno o due colori soltanto), e subito esso simboleggiò la Rivoluzione trionfante.
Mentre Napoleone batteva e cacciava gli austriaci dalla pianura padana, cominciarono a fiorire i primi moti rivoluzionari. Nell’ottobre 1796 a Modena i delegati delle città di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara si riunirono in quello che fu il primo Congresso per la formazione della Confederazione Cispadana la quale, nel successivo mese di dicembre, a Reggio Emilia nel II° Congresso sancì la nascita della Repubblica Cispadana.
Uno dei protagonisti di entrambi i congressi fu il nostro concittadino Giuseppe Compagnoni, delegato di Ferrara (Lugo risultava sotto la giurisdizione estense).
Testualmente riproduciamo dal volume “Il Tricolore – 200 anni “del prof. Ugo Bellocchi:
Il 28 Dicembre 1796 ore 11 il Congresso si riunisce nuovamente in Reggio Emilia e delibera, su proposta di Giuseppe Compagnoni di Lugo, uno degli ingegni più vivaci, indottrinati e pratici dell’Assemblea, di premettere all’atto della stabilita Repubblica, una ed indivisibile, la proclamazione della libertà, indipendenza e sovranità del popolo Cispadano.
Competente a decidere è il Congresso di Reggio Emilia che alle ore 11 del 7 Gennaio 1797 apre la XIV^ Sessione alla presenza di 100 deputati. Giuseppe Compagnoni, l’infaticabile lughese, vi domina con la sua intelligenza, il suo impegno e la sua preparazione. Egli propone via via una serie di provvedimenti che vengono tutti e subito approvati”.
Nel verbale si legge:
Sempre Compagnoni fa mozione che lo Stemma della Repubblica sia innalzato in tutti quei Luoghi, nei quali è solito, che si tenga lo Stemma della Sovranità. Decretato. Fa pure mozione, che si renda universale lo Stendardo, o Bandiera Cispadana di tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. Vien decretato. [Compagnoni ] Fà l’altra [ mozione ], che alla testa di tutti gli atti pubblici si ponga L’intestatura – Repubblica Cispadana una ed indivisibile -. Si decreta questo pure. Dietro ad altra mozione di Compagnoni dopo qualche discussione, si decreta che L’Era della Repubblica Cispadana incominci dal primo giorno di gennaio del corrente anno 1797, e che questo si chiami Anno I° della Repubblica Cispadana da segnarsi in tutti gli atti pubblici, aggiungendo, se si vuole, L’anno dell’Era volgare.
E’ l’atto di nascita del TRICOLORE.
Il lughese Giuseppe Compagnoni è dunque da considerarsi il “Padre” legale del nostro Tricolore, perché comprese che un’idea deve pur materializzarsi in un proprio simbolo concreto che la rappresenti, noto e accettato da tutti; e per sua iniziativa il Tricolore divenne formalmente il simbolo di quel primo lembo d’Italia indipendente e libera, identificandosi in seguito con il concetto d’indipendenza e di libertà italiana.
Il Tricolore da allora seguì le alterne vicende della storia italiana. Vide la Repubblica Cisalpina, la caduta di Napoleone, accompagnò i moti carbonari del 1821 e del 1831, le guerre all’Austria; divenne la Bandiera della Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, accompagnò tutto il Risorgimento, seguì le innumerevoli gesta e le campagne di Giuseppe Garibaldi, sventolò il 10 dicembre 1847 a Genova durante i moti indipendentisti quando Goffredo Mameli, appena ventenne, presentò ufficialmente il “Canto degli Italiani”, messo in musica da Michele Novaro che ora è il nostro inno nazionale, la cui seconda strofa acquistò il valore di un manifesto programmatico: “Raccolgaci un’unica/ bandiera/ una speme/ di fonderci insieme/ già l’ora suonò”.
Quell’unica Bandiera, che già richiamava il concetto di unità nazionale, non poteva che essere il Tricolore Italiano.
L’adozione del Tricolore con l’aggiunta dello scudo sabaudo, fu inserito nello Statuto Albertino nel marzo 1848.

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Il vessillo dei tre colori sventolò il 17 Marzo 1861 alla proclamazione del Regno d’Italia, ma solo nel 1871 la bandiera fu issata per la prima volta sulla torretta del Palazzo del Quirinale quando Roma divenne ufficialmente la capitale di una Italia finalmente unita.
Alcuni mesi prima, il 20 settembre 1870, il Tricolore era alla testa del Reggimento Bersaglieri che entrò per primo in Roma attraverso la famosa breccia di Porta Pia.
Il Tricolore accompagnò tutte le vicende del primo conflitto mondiale 1915/1918, sventolò a Gorizia finalmente liberata nell’agosto 1916 quando fu issato sul balcone della stazione ferroviaria, dopo un audace colpo di mano dal romagnolo di Lugo S.Tenente Aurelio Baruzzi. Per il nostro conterraneo quell’eroica impresa gli valse il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Il Tricolore accompagnò le gesta eroiche dei nostri fanti e alpini sul Sabotino e sul Montegrappa e su su fino a Trieste per sventolare definitivamente e vittoriosamente a Vittorio Veneto il 4 Novembre 1918.
Fu la Bandiera del Regno d’Italia fino al 1945, nell’ultimo ventennio del quale non sventolò certo sulla libertà.
Nel corso del secondo conflitto mondiale il Tricolore accompagnò, nella buona e nella cattiva sorte, i nostri militari in eventi tragici ed esaltanti: El Alamein, Culquaber, Nikolajevka, Amba Alagi, Cefalonia, Isole dell’Egeo, Montelungo. Nomi troppo noti che non dobbiamo dimenticare.
Ma le vicende e la conclusione del secondo conflitto mondiale sono storia contemporanea ormai nota a tutti.
Dal 2 Giugno 1946 il Tricolore è la Bandiera della Repubblica Italiana, definitivo simbolo, nell’anima degli Italiani, della libertà, dell’unità e della identità nazionale.
Il 19 giugno 1946 viene decretato il tricolore dell’attuale Repubblica dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi con i poteri di Capo provvisorio dello Stato. Nel testo della vigente Costituzione Italiana, promulgata il 27 dicembre 1947 dal Capo provvisorio della Repubblica Enrico De Nicola, controfirmata dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini e dal Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, l’articolo 12 stabilisce che “la bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Dal 1997 la data del 7 Gennaio è stata proclamata “Giornata Nazionale del Tricolore”, grazie alle iniziative dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano e l’attuale Presidente Sergio Mattarella, in più occasioni e nelle varie ricorrenze, hanno sempre sottolineato che la bandiera non è una semplice insegna di stato ma è “un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che in esso vessillo si identifica.
Non dimentichiamolo mai.

(Fonte: U.N.U.C.I. Lugo – Renzo Preda)

EdP-mb

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