Alisto: “Ali sulla storia”. Cinque simulatori di volo oltre i confini del tempo

Organizzata a Lugo la conferenza stampa di presentazione del Progetto ALISTO che si propone di  «volare sui campi di battaglia della Grande Guerra per conoscere e valorizzare il patrimonio storico dei territori che vissero quelle vicende: questo è lo scopo dei simulatori realizzati nell’ambito di “ALISTO – Ali sulla storia”; un progetto transfrontaliero che attua le sinergie tra ricerca storica e sviluppo della tecnologia software dei simulatori di volo»

di Massimo Baldi

La presentazione del progetto

Nella tarda mattinata di ieri, 26 marzo 2015, si è tenuta nella sala del Consiglio comunale della Rocca di Lugo di Romagna, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Alisto: – Ali sulla storia“, con la partecipazione di Davide Ranalli, sindaco di Lugo, Daniele Serafini, direttore del Museo “Francesco Baracca”, Paolo Varriale, giornalista aeronautico e membro del Comitato scientifico del Museo Baracca, Nevio Casadio, giornalista e autore televisivo, e Anna Giulia Gallegati, assessore alla cultura del Comune di Lugo.

dalla conferenza stampa
Da sinistra, l’assessore Anna Giulia Gallegati, il giornalista e autore televisivo Nevio Casadio, il sindaco di Lugo Davide Ranalli, il direttore del Museo “Baracca” Daniele Serafini, il giornalista aeronautico e membro del Comitato scientifico del Museo “Baracca” Paolo Varriale

Il primo intervento è stato del direttore del Museo Baracca, dott. Daniele Serafini, il quale, dopo aver presentato gli ospiti e salutato i convenuti, ha affermato: «Dopo tre anni di lavoro sta per terminare il progetto internazionale “ALISTO – Ali sulla storia“, che vede partner in Slovenia, Friuli, Veneto e nella nostra regione  il Museo Baracca di Lugo. E’ stato un percorso lungo volto a un’esperienza pilota. Per la prima volta sarà possibile, in particolare attraverso i simulatori di volo, installati nelle varie sedi, volare sul paesaggio del 1914-1918

I simulatori, aperti al pubblico, sono cinque, collocati in via permanente in altrettanti luoghi emblematici per la storia del fronte dolomitico della Prima Guerra Mondiale: il museo “Francesco Baracca” di Lugo di Romagna, la Fondazione Jonathan Collection di Nervesa della Battaglia e il Comune di Monfalcone per l’Italia; il Fundacija Poti miru v Posočju di Kobarid/Caporetto e il Comune di Divača per la Slovenia.

«Una ricerca durata tre anni, che si è basata su alcuni principi fondamentali – ha proseguito Serafini – e cioè: il confronto di idee concretizzatosi nel lavoro del comitato scientifico, coordinato dal dott. Mauro Scrocca, che ci segue da Nervesa della Battaglia; una lunga ricerca in archivi, da Vienna a Roma, per dare un’idea dell’estensione geografica (…) per portare alla luce fotografie, mappe e documenti che si riferiscono a quell’epoca e che riguardano i territori prima menzionati, significa andare alle radici del Conflitto visto da un punto di vista originale e particolare; tutto questo avendo come sfondo un elemento che  è quello dell’abbattimento delle barriere che ci hanno visti divisi durante la Prima Guerra Mondiale e che ora ci vedono in un contesto europeo ben differente. Il lavoro ha portato anche nei limiti del possibile alla ricerca di una “memoria condivisa”. L’altro elemento che mi sento di richiamare è quello dell’originalità del progetto: sta anche nella possibilità di comparare il paesaggio storico, quindi quello visto allora da Francesco Baracca e da tanti altri durante i lori voli, con il database che oggi ci fornisce la possibilità di viaggiare virtualmente avendo i due paesaggi uno di fianco all’altro.   E questo è un elemento di grande interesse sicuramente per urbanisti, architetti, paesaggisti, ma direi per tutta la nostra coscienza di persone interessate alla trasformazione del tessuto sociale. Quindi un’operazione che ha una finalità anche fortemente didattica – ha concluso il Daniele Serafini – rivolta non solo agli specialisti ma anche e soprattutto al mondo della scuola.»

Il sindaco di Lugo, Davide Ranalli, ha ringraziato i tanti giornalisti intervenuti e salutato, in collegamento video, il Sindaco di Nervesa della Battaglia, città gemellata con Lugo, il presidente della Provincia di Treviso e gli amici  di Caporetto.

«Questo è stato un progetto senza dubbio ambizioso – ha eserdito il sindaco  Ranalli – ma che il Museo Francesco Baracca e il Comune di Lugo hanno raccolto e portato avanti e che oggi finalmente vediamo in qualche modo nascere e ne vediamo la conclusione. Devo ringraziare senza ombra dubbio il direttore del Museo Baracca dott. Daniele Serafini, perchè penso che in questi anni abbia svolto una funzione di coordinamento (tra il nostro Comune, il Museo Baracca e gli altri enti) molto importante  e determinante per noi e le nostre istituzioni. Un progetto ambizioso, come ambizioso è e fu quel periodo per il volo. Noi siamo la città, orgogliosamente, di Francesco Baracca e questo ci consente, anzi ci dà l’opportunità, come vedete da questo progetto che ha delle caratteristiche e delle collaborazioni che vanno oltre, non solo ai confini di Lugo, ma ai confini del nostro Paese, quindi diviene un progetto europeo di trasferire, di trasformare le eroiche gesta di Baracca per fare un ragionamento più ampio sul volo e ripercorrere quella storia, come diceva il direttore  Serafini, senza dubbio virtualmente, ma che ci dà la possibilità in qualche modo di rivedere, non solo quei campi di battaglia, ma di rivederli trasformati; quella trasformazione che in questi cento anni è avvenuta. Dobbiamo essere orgogliosi tutti quanti, tutti gli enti coinvolti, d’avere dato vita a questo progetto – ha concluso Davide Ranalli –  che sono certo sarà molto importante per le scuole e per chiunque avrà voglia di rivivere quella storia, che per certi versi è stata così tragica, ma che ha cambiato in qualche modo, non solo la storia del novecento, ma ha iniziato ad aiutare a cambiare la storia dell’Europa. Di un’Europa che appunto, anche attraverso ai progetti come questi, ci dà la possibilità di vederla trasformata e unita.»

E’ seguito poi l’intervento del dott. Paolo Varriale, giornalista aeronautico e membro del Comitato scientifico del Museo Baracca, che ha collaborato alla costituzione al database della banca dati, il quale, dopo i saluti  ha pregato di «…considerare quello che sarebbe stato visto più tardi, in una sala del Museo Baracca, non come un simulatore di volo ma come una macchina del tempo che riporterà le persone, grazie a questa meraviglia, a cos’era volare cent’anni fa. Ci si potrà trovare sul campo dell’Isonzo, quando a Roma c’era Benedetto XV°, Vittorio Emanuele III° e l’Impero Austro Ungarico (…). Il primo strumento dell’aviatore erano gli occhi, poi il fondo dei pantaloni, che era l’interfaccia tra il pilota e l’aereo. La sensazione dell’aereo non possiamo darla, ma sicuramente con i vostri occhi avrete modo di decollare e pilotare a vista su quello che era il teatro di guerra di quel periodo.»

Prima di passare la parola agli altri ospiti del collegamento video multimediale, ha preso la parola Nevio Casadio, giornalista televisivo e collaboratore, in particolare dello “Speciale TG1”, il settimanale di approfondimento della prima testata RAI, vincitore per tre edizioni  del premio giornalistico “Ilaria Alpi”, il quale si è augurato che «…questo progetto possa essere raccontato in RAI nei modi giusti – ha sottolineato Casadio -; un progetto che, al di là delle valenze citate, a mio avviso è estremamente interessante per un altro discorso, che non è marginale, ma che è l’affermazione della coscienza identitaria. Oggi nel mondo virtuale siamo in grado di conoscere nello stesso momento ciò che avviene dall’altra parte del mondo e d’altra parte ognuno di noi ha sempre più difficoltà a poter rappresentare l’oggi, da dove veniamo. E questa è una tragedia significativa. Perdiamo sempre più l’esatta dimensione di noi stessi, da dove proveniamo – ha proseguito il giornalista della RAI -. Alisto è un’occasione proprio per riproporre alle collettività delle diverse generazioni, questo processo identitario, legato in un aspetto che è straordinario, che è quello del volo. Stavo pensando che a questi assi del volo, da Francesco Baracca a Godwin Brumosky, oppure in contesti diversi, per poi riferirsi al “Piccolo principe” ad Antoine de Saint-Exupéry, hanno in comune la grande passione che è quella del volo, ma il volo “per la libertà” e che viene esplicato in un strumento, un mezzo terribile qual’è quello della guerra. Io mi auguro che questa presa di coscienza di storie avvenute decine e decine di anni fa, che purtroppo si ripercorrono anche oggi  attraverso guerre sempre di maggiore difficoltà e tragedie – ha concluso Nevio Casadio – possa diventare anche l’occasione per essere “Alisto”, oltre “sulle ali della storia”, “Alisto – sulle ali della libertà”.»

L'assessore Gallegati a bordo del simulatore di volo che riproduce lo Spad VII di Francesco Baracca (foto WAP)
L’assessore Gallegati a bordo del simulatore di volo che riproduce lo Spad VII di Francesco Baracca (foto WAP)

Dopo il collegamento multimediale con le località di Nervesa della Battaglia e Kobarid (Caporetto), rimaste in attesa durante gli interventi dei relatori, prima di trasferire i giornalisti al Museo Baracca per testare il simulatore ALISTO approntato per l’occasione, ha tracciato le conclusioni di questo incontro Anna Giulia Gallegati, assessore alla cultura del Comune di Lugo, la quale ha affermato che «Questo, come detto, è un progetto coraggioso per una questione d’identità, perchè dobbiamo far si che le persone si sentano di nuovo parte di una identità (…) e questo sentimento si sta perdendo. Secondo me con questo progetto riusciremo soprattutto a riavvicinare i giovani. Un progetto ambizioso, ma che non ci deve scoraggiare e questo lo dimostriamo oggi con la tecnologia che utilizziamo. Ci vogliamo avvicinare a un tema che si sta perdendo. Il fatto che l’amministrazione di Lugo ci tenga particolarmente a questo tema e all’anniversario del Centenario della Prima Guerra mondiale, lo stiamo dimostrando già da molti mesi, soprattutto per le iniziative che proponiamo;  a tal proposito vorrei invitare tutti quanti alla riapertura del Museo Baracca che avverrà il 23 di maggio in cui si potrà vedere e utilizzare ufficialmente il simulatore di volo e il nuovo allestimento.»

 

 La tecnica del progetto ALISTO

Lo schermo del simulatore di volo. A sx
Lo schermo del simulatore di volo. Nella parte sinistra le immagini virtuali di oggi, in quella a destra quelle della Grande Guerra

Questo simulatore in sostanza ricrea il paesaggio storico con la mappatura sul modello digitale del terreno (DTM) delle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche e consentono di vedere dall’alto sia il paesaggio degli anni 1915-18, sia quello di oggi, percependone i valori storici e le trasformazioni, constatando a colpo d’occhio le profonde trasformazioni subite in un secolo dal paesaggio. La fruizione multimediale dei paesaggi attua un passo importante per l’abbattimento delle barriere che permangono nella coscienza collettiva delle popolazioni confinanti, le quali hanno fruito del territorio in modo frazionato e spesso traumatico; viene favorita infatti la percezione dei valori identitari del paesaggio su base storico-culturale, anziché territoriale.  L’aereo era appena nato quando scoppiò il primo conflitto mondiale e gli sviluppi forzati dall’esperienza bellica lo fecero uscire dalla prima infanzia per avviarlo a quella realtà che conosciamo oggi. Lo sviluppo dell’aviazione ha fatto passi da gigante, portando l’uomo in meno di 60 anni dai saltelli del primo volo al camminare sulla Luna. Il progetto ALISTO ha creato non tanto un simulatore di volo, quanto una macchina del tempo che permette a chiunque di sedersi sul sedile di uno SPAD VII e immaginare le sensazioni di chi con quel velivolo doveva partire in missione; anche senza essere esperti di aviazione, è facile rendesi conto di quanto fossero pochi ed elementari gli strumenti a disposizione del pilota per la condotta dell’aereo. Un indicatore di velocità, un altimetro, un paio di termometri e poco altro. Niente radio, nessun ausilio per la navigazione, niente bussola. Per volare era necessario fare affidamento sulla vista e sulle sensazioni trasmesse dall’aereo, mentre per navigare era necessaria una buona conoscenza del territorio, oltre ovviamente a una certa visibilità. Il nemico peggiore era la nebbia, più pericolosa e temuta degli avversari.

Il portale Web

Tutti i dati che sono derivati dalla ricerca scientifica messa in atto per la realizzazione dei simulatori di volo confluiranno in mostre, testi, convegni e organizzati in una banca dati condivisa e pubblicata su un portale web. Sarà così salvaguardata e favorita la conoscenza della parte di patrimonio culturale oggetto della ricerca.

Finanziatori e partner

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali e ha come partner la Provincia di Treviso, il Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Friuli-Venezia Giulia, la società Marco Polo System GEIE, il Comune di Monfalcone – Ufficio Relazioni Internazionali, il Comune di Lugo – il Museo “Francesco Baracca”, l’Agenzia di sviluppo regionale del nord litorale Nova Gorica, il Comune di Divača, l’Ente “Fondazione Le vie della pace sull’Isonzo”.

(EdP-mb)

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