Fino al 31 marzo 2016, la mostra “Views” propone un dialogo tra il fotografo e il pittore sulle architetture di Milano
Le sale VIP Montale, Monteverdi e Respighi gestite da SEA al Terminal 1 di Milano Malpensa ospitano, fino al 31 marzo 2016, una mostra che presenta le opere del pittore Marco Petrus e del fotografo Andrea Rovatti.
Sono proposti due percorsi diversi, accumunati da una comune passione per l’architettura, in particolare per quella milanese, dagli edifici storici, come la Torre Velasca o il Palazzo della Borsa, a quelli di recente costruzione che hanno ridisegnato lo skyline della città.
Da una parte, la ricerca pittorica di Marco Petrus, con le sue linee pure e tese; un tratto molto grafico, essenziale e sintetico, spesso molto enfatizzato dall’uso del colore pieno. Dall’altra, la fotografia di Andrea Rovatti, anch’essa molto grafica, che interpreta l’architettura reiterandone lo schema costruttivo in quadranti, provocando, contemporaneamente, una lettura figurativa e una astratta dell’opera.
«I due maestri sembrano guardare a Milano con gli stessi occhi, nonostante i diversi mezzi espressivi, la pittura e la fotografia – dichiara Pietro Modiano, presidente SEA -. Si assomigliano sorprendentemente nella loro diversità.»
Petrus e Rovatti si muovono, infatti, da una ricerca autonoma all’interno del proprio ambito linguistico, eppure realizzano opere in profonda sintonia tra loro.
E come dice Emma Zanella, direttrice del Museo MAGA di Gallarate «Ecco che allora con le fotografie di Rovatti e i dipinti di Petrus la vitalità irripetibile del contesto urbano entra a dialogare apertamente con un luogo, l’aeroporto, che più di altri rappresenta il nostro più profondo desiderio di viaggio e di scoperta.»
Il legame tra l’aeroporto di Malpensa e la città di Milano è da sempre un fil rouge della scelta culturale e artistica di SEA. Lo scorso anno, in occasione di Expo, in collaborazione con l’assessorato alla cultura di Milano, per “Expo in città”, la Porta di Milano ha ospitato le installazioni dedicate al “Quarto Stato” [“Arte per l’Umanità”- Installazione video di Max Dorigo] e all’ “Ultima Cena” [Everlasting – Installazione di Helidon Xhixha], rispettivamente prima e ultima opera scelte per la manifestazione. Tra queste due installazioni, i passeggeri di Malpensa hanno potuto ammirare un’opera della mostra del Pac di Milano alla Porta con “Forward” di Wang Gongxing.
Oltre all’esposizione di Rovatti e Petrus, ricordiamo altri artisti che sono passati di qui: Bona, Dapino, Melloni, Missoni, Xhixha, Peroni, Minguzzi.
Molte le novità per il 2016. A cominciare da un’estensione delle iniziative culturali anche al Terminal 2, filmati inediti al Teatro Olografico e nuove mostre alla Porta di Milano di Carlo Bernardini e delle collezione Missoni.
Inoltre SEA sta portando avanti collaborazioni con importanti realtà quali il Castello Sforzesco, Palazzo Reale, il Museo del 900. Rimanendo nell’ambito delle novità, degna di menzione è la nuova partnership con la Triennale di Milano per la XXI° Edizione Internazionale che vedrà in aeroporto uno dei pezzi della mostra.
Inoltre, sempre per citare nomi prestigiosi, in partnership con l’Accademia di Brera Malpensa ospiterà alcuni degli allievi che dipingeranno live in aeroporto e verranno esposti i bozzetti di costumi e di scenografie degli studenti migliori.
Per quanto riguarda la musica, anche quest’anno continuano le collaborazioni musicali in aeroporto, tra cui la partecipazione a Piano City, l’evento che invade Milano con oltre 300 pianoforti, sarà anche a Malpensa.
Per concludere, dopo le opere di Vittore Frattini e di Gottardo Ortelli, la prossima inaugurazione riguarderà le opere di Ugo La Pietra che verranno esposte in aerostazione e nelle sale vip del Terminal 1, in contemporanea con la mostra del MAGA.
Accompagna la mostra, un catalogo Idesia.
A proposito di Marco Petrus e Andrea Rovatti
Marco Petrus, nato a Rimini nel 1960, lavora da più di vent’anni a livello squisitamente pittorico, sulla rielaborazione delle architetture metropolitane, con una fortissima e progressiva stilizzazione di elementi che tende a volte, nell’estrema ricerca di sintesi di linee e toni cromatici, a sfiorare l’astrazione. Col tempo, il suo lavoro si è sempre più schematizzato dal punto di vista compositivo e si è “raffreddato”, in un processo di graduale e progressiva sottrazione di elementi realistici o narrativi, in favore di una sempre maggiore geometria compositiva e strutturale. Il lavoro di Petrus sul paesaggio urbano parte inizialmente dalle suggestioni della città in cui è sempre vissuto, Milano; in seguito si sposta anche su altre città, italiane e non solo. Ecco allora, soprattutto in occasione di mostre all’estero – a volte in gallerie private, altre volte in importanti spazi pubblici nei quali è invitato a esporre – che la ricerca dell’artista si concentra sui palazzi di Londra, su quelli di New York, di Shanghai o di altre grandi capitali europee ed extraeuropee, a seconda del luogo nel quale il suo lavoro verrà in seguito presentato. La sua diviene così, sempre di più, un’ideale ricognizione degli elementi caratteristici e fondanti delle strutture urbane, indipendentemente dal luogo in cui esse nascono e si sviluppano; quasi un vero e proprio “atlante diffuso” nel quale sia possibile rintracciare, sottotraccia, tutte le caratteristiche, le linee di base, le strutture portanti dell’architettura moderna e contemporanea.
Andrea Rovatti, nato a Milano nel 1957, lavora nel capoluogo lombardo dove si occupa di fotografia d’autore,
design della comunicazione e installazioni artistiche. Lavora su una rappresentazione che coniuga realtà e immaginario. Coniuga la fotografia con il suo vissuto nell’ambito della grafica, creando una fusione delle due modalità espressive che conduce ad uno stile inedito nell’ambito dell’arte fotografica. Quasi sempre lavora con immagini sequenziali, reiterate, creando la convivenza di figurativo ed astratto in un gioco alterno di percezione visiva. Nelle sue immagini opera una sorta di metamorfosi: attraverso la ripetizione genera forme e prospettive inedite che, pur mantenendo un contatto con lo scatto originario, portano in un’altra dimensione. Lo affascinano i dettagli, il non visto a portata di sguardo, che isola dal campo visivo d’insieme. La sua visione corre lungo un doppio binario dove significato e significante si separano, per proporre una lettura più profonda. Da sempre pone la sua ricerca sul tema dell’ambiguità della percezione e sulla sua possibilità di comunicare cose diverse a chi osserva. È questo trasferimento percettivo che consente alle sue immagini di essere figurative, ma al tempo stesso quasi astratte nel loro comporsi finale. Ha sviluppato questo argomento lavorando sul tema del rapporto tra arte e cibo realizzando due serie di immagini per la mostra di Enoliarte, Cibografie. Ritroviamo la stessa cifra nella serie “Urban Texture” realizzata prima a New York poi a Milano, Los Angeles e Venezia, in cui l’obiettivo si ferma sulle “tracce” senza titolo, eppure sempre così riconoscibili, delle città. Sua l’installazione “Di luce in luce” nel cortile di Palazzo Reale, in occasione della mostra “Magritte, il mistero della natura” a Milano. Suoi progetti sono stati esposti, tra gli altri, al Grand Palais di Parigi, a Palazzo Reale a Milano, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, all’Indian Design Center di Mumbai, al MART web, al Centre de Design di Montreal, alla Biennale d’Arte di Firenze, all’Ambasciata italiana a Washington, alla Triennale di Milano, in EXPO a Milano.
(Fonte: Ufficio Stampa SEA Milano, 9 marzo 2016)
(EdP-mb)