AM: “scramble” di due Eurofighter per un ultraleggero senza contatto radio in volo verso il Nord Italia

Si trattava di un velivolo decollato dall'Isola d'Elba e diretto all'aeroporto di Bresso, in volo secondo regole VFR (Visual Flight Rules) che non aveva presentato piano di volo

Eurofighter del 51° Stormo di Istana – Treviso (foto repertorio Aeronautica Militare)

Nel pomeriggio di domenica scorsa, due caccia intercettori Eurofighter del 51° Stormo di Istrana (Treviso) hanno ricevuto un ordine di decollo immediato – in gergo tecnico scramble – dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon in Spagna, ente NATO responsabile dell’area, per andare a verificare una traccia non identificata di un velivolo che non era in contatto radio con gli enti del traffico aereo civile ed era in rotta verso il nord Italia.
Una volta raggiunto il velivolo grazie alle coordinate e alle informazioni fornite dal personale “guida caccia” a terra, in coordinamento con il Comando Operazioni Aero-spaziali (COA) di Poggio Renatico e gli enti della Forza Armata deputati alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO, è stata effettuata la prevista procedura di “visual identification” (VID) per accertare che non vi fossero condizioni di emergenza o di minaccia alla sicurezza. Si trattava di un velivolo ultraleggero decollato dall’Isola d’Elba e diretto all’aeroporto di Bresso, dove il piccolo aereo è stato poi scortato fino all’atterraggio. I due caccia sono poi rientrati alla base di Istrana per riprendere il turno di prontezza nell’ambito del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nazionale.

Due Eurofigther del 51° Stormo in azione nel corso di uno “scramble” (foto repertorio Aeronautica Militare)

Sono quattro gli Stormi dell’Aeronautica Militare che con gli assetti Eurofighter assicurano il servizio di Difesa Aerea: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani ed il 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018, inoltre, nel sistema di difesa aerea nazionale sono stati integrati anche i velivoli F-35A del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5ª generazione ad essere stati impiegati dalla NATO per sorvegliare lo spazio aereo dell’Alleanza in una operazione NATO di Air Policing.
Il complesso sistema di difesa mediante il quale l’Aeronautica Militare assicura, senza soluzione di continuità, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla NATO. L’ordine di decollo immediato viene impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l’ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell’area sud del Mediterraneo, che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. di Poggio Renatico (FE) e 22° Gruppo radar di Licola (NA). I due Gruppi sono posti alle dipendenze della neo costituita Brigata Controllo Aerospazio quale Service Provider e referente di Forza Armata, attraverso il Comando Operazioni Aerospaziali, nei settori di Difesa Aerea Missilistica Integrata e di Coordinamento e Controllo del Traffico aereo Operativo.
Il neo-costituito National Air and Space Operations Centre, all’interno del COA, contribuisce all’organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sull’intero dispositivo. In caso di minaccia non militare allo spazio aereo italiano (renegade), il NASOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza nazionale

(Fonte e foto: Aeronautica Militare 5° Reparto Comunicazione)
EdP-mb

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