Dopo Taormina ancora in azione i Palombari della Marina Militare

I Palombari del Comsubin della nostra Marina Militare sono intervenuti nel lago di Albano per rimuovere numerosi ordigni esplosivi

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I Palombari del Comsubin in un’immagine di repertorio (foto: Marina Militare)

Si sono concluse giovedì scorso 1° giugno, da parte dei Palombari del Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) della Spezia, le operazioni iniziate il 30 maggio scorso per la ricerca e rimozione di numerosi ordigni esplosivi residuati bellici nel lago di Albano.

L’abbassamento del livello delle acque di Albano avvenuto negli ultimi dieci anni, ha fatto sì che nelle immediate vicinanze della battigia venissero rinvenuti manufatti riconducibili a materiali esplosivi risalenti all’ultimo conflitto.

Le operazioni, svolte con la massima cautela dai Palombari di Comsubin in un tratto del litorale del lago lungo 200 metri, hanno permesso di individuare e rimuovere dallo specchio acqueo soggetto a bonifica 80 bombe a mano del tipo SRCM mod. 35, 48 spolette, 1 bomba da mortaio e 150 proiettili per armi portatili. Concluse le ricerche, gli ordigni esplosivi sono stati consegnati al 6° Reggimento Pionieri dell’Esercito Italiano per la successiva distruzione.

Quest’operazione, come molte altre attività condotte dal personale del Gruppo Operativo Subacquei, si inserisce nell’ambito delle capacità che la Marina Militare mette al servizio della collettività e della salvaguardia del mare e delle acque interne al Paese garantendo inoltre, specialmente in località turistiche, la giusta cornice di sicurezza che consente alla popolazione di vivere in tutta serenità i momenti di vacanza. E’ da sottolineare che in tutta Italia soltanto nel 2016 sono stati individuati e distrutti 12.400 ordigni mentre sono già 2.432 quelli rimossi a partire dal 1° gennaio 2017.

I Palombari di Comsubin raccomandano a chiunque dovesse imbattersi in manufatti, con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone, il prima possibile, il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri.

(Fonte: Ufficio Stampa Marina Militare)

(EdP-mb)

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