Fabrizio Curcio: “Standard internazionali condivisi sono fondamentali per interventi di protezione civile in altri Paesi”

Il capo Dipartimento della Protezione Civile a Ginevra, nell’ambito della Humanitarian Partnership Week organizzata dalle Nazioni Unite

Il capo Dipartimento della Protezione Civile, ing. Fabrizio Curcio (foto repertorio Protezione Civile)
Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio (foto repertorio Protezione Civile)

Il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha preso parte oggi alla Conferenza dell’International Search and Rescue Advisory Group organizzata dalle Nazioni Unite nell’ambito della Humanitarian Partnership Week, in corso in Svizzera, a Ginevra, dal 6 al 10 febbraio, con lo scopo di condividere le lezioni apprese nella gestione delle recenti emergenze di protezione civile affrontate in diversi Paesi del mondo, tra le quali i terremoti che hanno colpito, a più riprese, il Centro Italia a partire dallo scorso 24 agosto.
«Anche se non è stato necessario chiedere l’attivazione del Meccanismo Europeo di Protezione civile e il supporto da parte degli altri Stati esteri per le attività di ricerca, soccorso e assistenza alla popolazione, credo sia fondamentale continuare a lavorare su definiti e condivisi standard internazionali di intervento, per essere pronti sia a ricevere sia a fornire il supporto, laddove necessario» ha detto l’ingegnere Curcio.
Il Sistema di protezione civile italiano, infatti, nonostante le oltre 53.000 scosse registrate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dal 24 agosto, il territorio di quattro regioni colpite, oltre 130 comuni maggiormente interessati con oltre mezzo milione di residenti nell’area, è riuscito a fronteggiare le criticità di questi quasi sei mesi di gestione dell’emergenza grazie alle risorse messe in campo da tutte le sue componenti e strutture operative. L’Italia, invece, ha chiesto il supporto della Commissione europea con l’attivazione del Fondo di Solidarietà e le immagini satellitari nell’ambito del progetto Copernicus.
«Noi sapevamo, comunque, di poter contare, nel caso in cui ci fossimo resi conto di averne bisogno, di un supporto incondizionato e di massimo livello proveniente dall’estero, proprio perché negli anni abbiamo insieme definito e affinato procedure comuni e riconosciute da tutti» ha proseguito il capo Dipartimento nel suo intervento.
«Questi sono aspetti da pianificare per tempo, poiché in emergenza tutto deve scattare in modo quasi automatico. L’Italia ha molto sia da offrire sia da guadagnare nell’ambito dell’International Search and Rescue Advisory Group – ha concluso Fabrizio Curcioe per questo ci vogliamo impegnare ulteriormente certificando un team per la ricerca e soccorso di persone in ambiente urbano del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco secondo le linee guida definite dalle Nazioni Unite».

(Fonte: Ufficio Stampa Dipartimento Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 9 febbraio 2017)

(EdP-mb)

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