Finisce questo 2014 con un bilancio funesto per l’aviazione commerciale

di Massimo Baldi

E’ capodanno e come al solito si fa il bilancio di quello che è successo nel corso di questi 365 giorni. C’è chi ha chiamato questo 2014 un “annus horribilis“, chi lo ricorderà come uno degli anni più neri e funesti per l’aviazione commerciale.

La prima tragedia che ha funestato il 2014 è accaduta l’8 marzo scorso, ed è occorsa al volo di linea MH370 della Malaysia Airlines. Il Boeing 777-2H6ER, decollato da Kuala Lumpur (Malaysia) con a bordo 239 persone, fra passeggeri ed equipaggio, diretto all’aeroporto di Pechino-Capital, in Cina, dopo l’ultimo contatto avvenuto sull’Oceano Indiano, sarebbe misteriosamente scomparso dai radar civili. Inizialmente aveva preso corpo l’ipotesi di una sparizione del velivolo a causa di un dirottamento aereo verso un luogo di atterraggio sconosciuto, data una non meglio precisata traccia radar rilevata dai radar militari. Tesi poi scartata dagli inquirenti i quali ritengono che l’aereo possa essersi inabissato nell’Oceano Indiano presumibilmente a causa del maltempo. Nonostante le operazioni di ricerca, estese a un’area di quasi 65mila chilometri quadrati, fra il Mar Cinese e l’Australia, al momento non è stata trovata traccia dell’MH370.

Un altro liner della Malaysia Airlines, il Boeing 777-200ER, volo MH17/MAS17, decollato da Amsterdam-Schiphol in Olanda, diretto a Kuala Lampur,  il 17 luglio è stato abbattuto verosimilmente da un missile terra aria Buk nei pressi di Hrabove, nell’Oblast’ di Donetsk, mentre sorvolava lo spazio aereo dell’Ucraina orientale dove era in corso la battaglia di Shakhtarsk Raion, tra Kiev e i separatisti filo russi, scambiato, secondo alcune ipotesi, per un velivolo di nazionalità russa. Disgrazia in cui si è registrata la scomparsa di ben 298 persone, fra passeggeri ed equipaggio. In seguito all’abbattimento del velivolo le autorità competenti hanno vietato il sorvolo di quell’area agli aerei di linea, anche se a nostro parere questa misura avrebbe dovuto essere presa cautelativamente tempo prima. 

Il 23 luglio seguente, l’ATR-72 500, della TransAsia Airways, volo 222, che operava sulla rotta Kaohsiung-Magong, partito in ritardo a causa del tifone Matmo che imperversava in zona, con forti venti e piogge torrenziali, si è schiantato nel comune di Husi, nelle isole Penghu, a Taiwan, dopo il secondo tentativo di effettuare l’atterraggio in uno scalo di emergenza. L’incidente ha provocato la morte di 48 persone delle 58 a bordo dell’aeromobile. Nell’incidente sono state coinvolte a terra due case e ferite cinque persone.

Il 24 dello stesso tragico mese, l’aeromobile McDonnel Douglas MD-83 di Air Algerie, volo 5017, operato da Swiftair, decollato dall’aeroporto di Ouagadougou, diretto all’aeroporto di Algeri Houari Boumédiène, dopo 50 minuti  è scomparso improvvisamente dai radar. Le 116 persone che viaggiavano a bordo, fra passeggeri ed equipaggio, sono deceduti nella disgrazia. Si ipotizza che a causare l’incidente siano state le avverse condizioni meteorologiche. I resti del velivolo sono stati ritrovati tra Gao e Kidal nel Mali. 

L’ultimo tragico incidente aereo che ha funestato questo triste 2014 è quello relativo all’Airbus A320-200, volo QZ8501 dell’AirAsia, scomparso domenica 28 dicembre dai radar con 155 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio, mentre era in volo tra Surabaya, nell’isola indonesiana di Giava, e Singapore, dopo che il comandante aveva richiesto una variazione del piano di volo a causa del maltempo, circa 50 minuti dopo il decollo.  Dopo affannose ricerche, le squadre di soccorso sono riuscite a localizzare, tra ieri e oggi 31 dicembre, i cadaveri di tre passeggeri e alcuni detriti dell’aereo, tra cui un portellone di emergenza, affioranti nel mar di Giava. Le  ricerche proseguono per il recupero delle vittime e del relitto.

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