Gli incendi boschivi sono diventati una piaga per lo Stato

• Numerose richieste di interventi aerei nelle nostre regioni in supporto alle squadre a terra • Negli ultimi due giorni record negativo per Campania e Calabria • Gli amanti dell'ambiente dovrebbero fornire supporto e collaborazione allo Stato per una mirata azione di prevenzione

Un Canadair della Protezione Civile (foto: repertorio Protezione Civile)

Nel 2024 il fenomeno degli incedi boschivi sarebbe in linea con la media dal 2006, ma in questi ultimi giorni sta diventando preoccupante. Per avere il quadro della situazione esaminiamo brevemente le statistiche di quest’anno. Secondo i dati diramati da EFFIS – European Forest Fire Information System, dal 1° gennaio al 30 luglio 2024 sarebbero oltre 600 gli incendi boschivi in Italia che hanno interessato una superficie di oltre 220 Kmq (dati ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr).
E la situazione non è certo migliorata in questo mese. Negli ultimi due giorni, il 16 e 17 agosto, sono stati in totale 66 gli incendi che il Dipartimento della Protezione Civile ha dovuto coordinare avvalendosi dei Canadair, dei mezzi della flotta dello Stato e del personale a terra, che dalle prime luci del giorno, fino a che le condizioni di luce hanno consentito di lavorare in sicurezza, hanno lottato per lo spegnimento di vasti incendi boschivi.
Dalle note stampa della Protezione Civile, si è appreso che alle ore 18:00 del 16 agosto le richieste d’intervento aereo pervenute al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento erano 25, di cui 8 dalla Campania, 6 dalla Calabria, 5 dal Lazio, 3 dalla Sicilia, 2 dalla Basilicata e una dalla Puglia. Alla stessa ora del 17 agosto il COAU aveva ricevuto 31 richieste di intervento, di cui 9 dalla Calabria e 9 dalla Campania, 5 dal Lazio, 2 rispettivamente da Sicilia, Umbria e Basilicata e 1 richiesta rispettivamente da Molise e Toscana.
Ogni giorno, durante la stagione estiva, è un dramma che si ripete ed espone a gravi rischi tutto il personale che interviene, sia in volo che al suolo. Diversi piloti in passato sono caduti coraggiosamente durante le operazioni di spegnimento di incendi causati da comportamenti superficiali o provocati dolosamente. E la percentuale di questi ultimi casi sarebbe di circa il 90%.
Un incubo che espone a grave pericolo le cose e le persone che vivono nelle zone dove si sviluppano gli incendi. Una piaga che ogni anno, soprattutto nei mesi estivi, si ripete e provoca danni per milioni di euro, bruciando boschi, abitazioni, provocando la morte di esseri umani e di migliaia di animali.  Senza contare il costo che da anni grava per centinaia di milioni di euro sulle casse dello Stato per i mezzi aerei utilizzati alla lotta antincendio (un Canadair CL415 avrebbe un costo che parte dai 15mila euro l’ora, un Erickson S-64F da 10mila euro, e per un elicottero Aib-Campagna Antincendio Boschivo regionale, fino ai 2mila euro – fonte: QuiFinanza).
Le regioni maggiormente interessate nel 2024 da questo fenomeno, secondo fonte ISPRA, sarebbero: Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia. Ma anche la Campania e il Lazio hanno fatto registrare negli ultimi giorni numeri in aumento.
Come ricorda la Protezione Civile, la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare con rapidità al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, al numero 115, o al numero 112 (oppure al numero 1515), le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo.  Ma non solo; secondo chi scrive, i cittadini che godono delle bellezze naturali dei nostri boschi, di cui sono conoscitori e assidui frequentatori, farebbero un’opera realmente meritoria per l’intera Comunità e per lo Stato, nel segnalare ai competenti Organi dello Stato, con la massima tempestività, i comportamenti anomali o sospetti di individui che possano creare, volontariamente o involontariamente, un pericolo per la sicurezza delle persone e dell’ambiente.
Gli incendi boschivi sono eventi che nella maggioranza dei casi, come abbiamo già visto, partono dalla mano dell’uomo per comportamenti superficiali oppure vengono compiuti con piena coscienza e intenzionalità. Nel primo caso sarebbe opportuno che i cittadini memorizzassero e rispettassero poche regole di buonsenso dettate dalla Protezione Civile: “· non gettare mozziconi di sigarette o fiammiferi; · non abbandonare rifiuti: sono un pericoloso combustibile; · non parcheggiare sull’erba secca: la marmitta calda può provocare un incendio; · non accendere fuochi dove non è permesso e usa solo gli spazi
 attrezzati; · se hai acceso un fuoco, non allontanarti finché non è completamente spento; · non bruciare stoppie o residui agricoli; · rispetta le ordinanze comunali.” Nel secondo caso, il cittadino stesso dovrebbe esercitare direttamente un’azione di tutela del territorio e dell’ambiente che solo chi vive e ama la natura può effettuare, fornendo supporto e collaborazione indispensabili allo Stato per una mirata azione di prevenzione

EdP-mb

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