Il 7 gennaio 1797 nasceva il “Tricolore”. L’UNUCI di Lugo ricorda il 219° anniversario

Il nostro vessillo nazionale è stato ideato e proposto dal lughese Giuseppe Compagnoni
L’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia – U.N.U.C.I. Delegazione di Lugo ricorda il 219° anniversario

Tricolore-cispadano
Il primo vessillo della Repubblica Cispadana

Gli italiani da oltre 200 anni vedono nel Tricolore il simbolo dell’indipendenza e dell’unità nazionale, il riconoscimento popolare della nostra Patria; in una parola esso è il simbolo della nostra Nazione e quindi la sua storia è in effetti la storia della nazione stessa. Ma come è nato il nostro Tricolore, e quando? Chi ha ideato e dato all’Italia il Tricolore e quale è stata la storia della nostra Bandiera? Ogni volta che si deve studiare il formarsi dell’Italia come nazione e ogni volta che si deve affrontare il problema del nostro Risorgimento bisogna prendere come punto di partenza Napoleone Bonaparte, il quale, indubbiamente, per i suoi fini politici, ma anche per sua intima e costante propensione per il nostro Paese, dovuta probabilmente alle sue origini (Ajaccio, in Corsica, all’epoca della sua nascita era annessa alla Serenissima Repubblica di Genova, e lui pare avesse lontane origini nobili toscane, ndr), promosse e favorì il nostro sentimento nazionale, creando così le premesse della nostra unità e indipendenza.

Nel 1796 quando l’Armata di Bonaparte comparve in Italia, lo stendardo francese a tre colori colpì la fantasia di molti Italiani (allora le bandiere degli stati della penisola erano a uno o due colori soltanto) e subito esso simboleggiò la Rivoluzione trionfante.
Mentre Napoleone batteva e cacciava gli austriaci dalla Pianura Padana, cominciarono a fiorire i primi moti rivoluzionari. Nell’ottobre 1796 a Modena i delegati delle città di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara si riunirono in quello che fu il primo Congresso per la formazione della Confederazione Cispadana la quale, nel successivo mese di dicembre, a Reggio Emilia nel II° Congresso sancì la nascita della Repubblica Cispadana.
Uno dei protagonisti di entrambi i Congressi fu il cittadino lughese Giuseppe Compagnoni, delegato di Ferrara (Lugo risultava sotto la giurisdizione estense).

Testualmente riportiamo dal volume “Il Tricolore – 200 anni” del prof. Ugo Bellocchi:
Il 28 Dicembre 1796, ore 11, il Congresso si riunisce nuovamente in Reggio Emilia e delibera, su proposta di Giuseppe Compagnoni di Lugo, uno degli ingegni più vivaci, indottrinati e pratici dell’Assemblea, di premettere all’atto della stabilita Repubblica, una ed indivisibile, la proclamazione della libertà, indipendenza e sovranità del popolo Cispadano.
Competente a decidere è il Congresso di Reggio Emilia che alle ore 11 del 7 Gennaio 1797 apre la XIV^ Sessione alla presenza di 100 deputati. Giuseppe Compagnoni, l’infaticabile lughese, vi domina con la sua intelligenza, il suo impegno e la sua preparazione. Egli propone via via una serie di provvedimenti che vengono tutti e subito approvati”.
Nel verbale si legge: “Sempre Compagnoni fa mozione che lo Stemma della Repubblica sia innalzato in tutti quei Luoghi, nei quali è solito, che si tenga lo Stemma della Sovranità. Decretato. Fa pure mozione, che si renda universale lo Stendardo, o Bandiera Cispadana di tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. Vien decretato. [Compagnoni] Fà l’altra [mozione], che alla testa di tutti gli atti pubblici si ponga L’intestatura – Repubblica Cispadana una ed indivisibile -. Si decreta questo pure. Dietro ad altra mozione di Compagnoni, dopo qualche discussione, si decreta che L’Era della Repubblica Cispadana incominci dal primo giorno di gennaio decorrente anno 1797, e che questo si chiami Anno I° della Repubblica Cispadana da segnarsi in tutti gli atti pubblici, aggiungendo, se si vuole, L’anno dell’Era volgare”.
È l’atto di nascita del TRICOLORE.

Il lughese Giuseppe Compagnoni è dunque da considerarsi il “Padre” legale del nostro Tricolore, perché comprese che un’idea deve pur materializzarsi in un proprio simbolo concreto che la rappresenti, noto ed accettato da tutti; e per sua iniziativa il Tricolore divenne formalmente il simbolo di quel primo lembo d’Italia indipendente e libera, identificandosi in seguito con il concetto di indipendenza e di libertà italiana.

Dal 2 Giugno 1946 il Tricolore è la Bandiera della Repubblica Italiana, definitivo simbolo, nell’anima degli Italiani, della libertà, dell’unità e della identità nazionale.
Il 19 giugno 1946 viene decretato il tricolore dell’attuale Repubblica dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi con i poteri di Capo provvisorio dello Stato. Nel testo delle vigente Costituzione Italiana, promulgata il 27 dicembre 1947 dal Capo provvisorio della Repubblica Enrico De Nicola, controfirmata dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini e dal Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, l’articolo 12 stabilisce che “la bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Dal 1997 la data del 7 gennaio è stata proclamata “Giornata Nazionale del Tricolore”.
I Presidenti Emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, in perfetta sintonia con  l’attuale Presidente Sergio Mattarella, in più occasioni e nelle varie ricorrenze, hanno sempre sottolineato che la bandiera non è una semplice insegna di stato ma è “un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che in esso vessillo si identifica”. Non dimentichiamolo mai.

(Ufficio Stampa Unione Comuni Bassa Romagna – Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia – U.N.U.C.I., Delegazione Lugo, 7 dicembre 2016)

(EdP-mb)

 

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