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Con la commessa di ben ventotto Eurofighter Typhoon, il Kuwait si è dotato di una delle Forze Aeree meglio equipaggiate a livello internazionale. Ma quali sono le qualità che fanno del Typhoon il velivolo da combattimento multiruolo più potente e affidabile del mondo? Sono diversi i fattori che entrano in gioco, dalla potenza dei motori all’innovativa costruzione della cellula. Il più importante, tuttavia, è la suite di sensori e sistemi difensivi del Typhoon, decisivi per il successo della missione. Soffermiamoci su tre dei motivi che contraddistinguono le funzionalità dei sensori del Typhoon.
Radar E-Scan. Il Kuwait sarà la prima nazione in assoluto a vedersi consegnare Typhoon dotati del nuovo sistema radar a scansione elettronica “Captor-E”. Dato l’ampio radome del Typhoon e la sua capacità di raffreddamento e potenza elettrica, la piattaforma è in grado di ospitare non solo una matrice di moduli radar che risulta più vasta e potente rispetto a qualsiasi altro caccia, ma anche un riposizionatore per l’antenna per ottenere un campo di ampiezza di scansione mai sperimentata fino a oggi con nessun radar E-scan. Si tratta, in sostanza, di riuscire a intercettare il nemico con la più ampia portata possibile, agganciare il bersaglio e mantenerlo nel campo di scansione del radar anche alla massima angolazione durante l’ingaggio, ottenendo così un vantaggio decisivo nel combattimento.
Tecnologia stealth digitale. Per evitare il rilevamento radar, alcuni aeromobili si affidano a una particolare progettazione della cellula. In un quadro di continua evoluzione delle minacce, tuttavia, diventa complesso intervenire sulla cellula per apportare i necessari accorgimenti. Ecco perché il sottosistema di ausili difensivi “Praetorian” del Typhoon si affida a un insieme di contromisure elettroniche che consente al velivolo di nascondere ogni sua traccia con un sistema digitale o di generare un disturbo elettronico con cui confondere gli operatori radar nemici. Queste contromisure, che insieme costituiscono la tecnologia “stealth digitale” della piattaforma, possono essere adattate efficacemente al variare delle minacce e garantire così un’adeguata protezione al Typhoon anche nel futuro.
Puntamento termico. Oltre al radar, l’Eurofighter Typhoon è dotato di un sistema di ricerca e tracciamento all’infrarosso (IRST) denominato PIRATE, in grado d’intercettare e tracciare aeromobili nemici seguendone la traccia termica. Il vantaggio chiave di questo sensore ad alto contenuto tecnologico risiede nel fatto che non emette energia e questa sua natura “passiva” facilita all’occorrenza la bassa osservabilità del Typhoon. Risultato di anni di perfezionamenti del software, l’IRST PIRATE è oggi uno dei sensori termici più precisi e affidabili che si trovi su un velivolo da combattimento.
L’Eurofighter Typhoon è frutto di un lavoro di squadra. E’, infatti, stato progettato, sviluppato e viene oggi prodotto dalle industrie aeronautiche di quattro paesi: Italia, Spagna, Germania e Regno Unito, associate nel consorzio Eurofighter GmbH. In totale sono stati ordinati fino a oggi 623 esemplari dell’aereo. Gli Eurofighter sono in servizio operativo presso sette forze aeree: Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Arabia Saudita, Oman e Austria. Kuwait e Qatar riceveranno entro breve tempo i loro primi esemplari.
Nell’ambito della collaborazione europea che ha portato allo sviluppo del programma, sono stati creati anche una serie di consorzi per la collaborazione tecnologica e industriale di componenti vitali dell’aereo, quali il motore e i sistemi di bordo. Leonardo è a capo del consorzio EuroRADAR, che vede anche la compartecipazione di Hensoldt e Indra per la realizzazione del radar Captor-E, e del consorzio EuroDASS, composto, oltre che da Leonardo, anche da Elettronica, Indra e Hensoldt, che collaborano alla realizzazione del sistema DASS Praetorian. EuroFIRST, che fornisce l’IRST PIRATE, è invece un consorzio formato dai gruppi Leonardo, Thales e Tecnobit.
(Fonte e foto: Ufficio Stampa Leonardo)
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