L’appuntamento all’Aero Club “Francesco Baracca” di Lugo era atteso da molto tempo e si pensava a una partecipazione in massa dei piloti, ma le previsioni non sono state rispettate. Solo un gruppetto di soci, circa una ventina in tutto, ha partecipato verso la fine di febbraio scorso all’incontro straordinario convocato dal presidente del sodalizio, avvocato Giovanni Baracca, e dal consiglio direttivo, per valutare la possibilità di rinnovare la flotta del club.
Non è stata una formale assemblea bensì una lunga e costruttiva chiacchierata fra amici. L’incontro è iniziato alle 21:00 con una breve introduzione del presidente, che ha sottolineato lo stato di obsolescenza degli aerei dell’aeroclub e la necessità che il consiglio prenda in esame la possibilità di aggiornare tempestivamente la flotta, vendendo alcuni aeromobili per acquistarne uno oppure due aggiornati. In linea resteranno un C172RG, un C172, e il CAP 21, oggi unico strumento del glorioso gruppo acrobatico del “Francesco Baracca”.
Al termine del suo intervento Giovanni Baracca ha lasciato la parola ai tre consiglieri dell’AeClugo, Oriano Callegati, Claudio Tavoni e Amedeo Ravagli, nominati responsabili della commissione delegata allo studio di fattibilità per la vendita dei vecchi aeroplani e l’acquisto di nuovi velivoli, incaricati anche di raccogliere idee e proposte dei soci, perché il Consiglio possa valutare e decidere in merito. E’ apparso chiaro fin da subito che la vendita degli aeroplani che l’AeCLugo ora possiede, fornirà un modesto apporto alle casse del club per l’acquisto dei nuovi velivoli. Nel corso della serata sono state presentate alcune proposte, tra cui l’acquisto di un Cessna 172 glass cockpit o altri velivoli a strumentazione digitale di ultima generazione per scuola e turismo.
Entriamo nel vivo dell’incontro, sintetizzando i vari interventi dei consiglieri.
Amedeo Ravagli, nel suo discorso, ha subito toccato un nervo scoperto, riferendo che, come accade nella maggior parte dei club d’aviazione generale, il settore dell’ala fissa sta vivendo un decremento di ore volo, anche se ultimamente vi sono segnali di ripresa. Secondo Ravagli «…l’aggiornamento delle avioniche dei nostri aerei non sarebbe conveniente. Per l’acquisto di nuovi aerei sarebbe preferibile restare nell’ambito del marchio Cessna, dato che l’officina di manutenzione dell’AeCLugo è specializzata su questa tipologia di aerei. L’ultima serie prodotta dalla Cessna è il 172SP, o la serie precedente che è la R, che differisce dai velivoli del sodalizio in quanto i nuovi motori hanno una potenza di 180 HP invece di 160 e sono tutti ad iniezione. Di offerte dell’usato ce ne sono tante sul mercato – ha precisato Ravagli -. E’ necessario stabilire esattamente cosa si vuole, poi, per acquistare, sarà necessario affidarsi alle competenze professionali degli specialisti della nostra officina, per le valutazioni del caso.»
Oriano Callegati parte dalle valutazioni di alcuni soci, che hanno chiesto di cambiare le radio. «Sostituire le avioniche non conviene perché ciò comporta una spesa di circa 20mila euro per ogni nuovo apparato – sottolinea Callegati- . Questo è principalmente il motivo per cui si è pensato di rinnovare la flotta con velivoli nuovi o di recente produzione. Sono state prese in considerazione due opzioni: Un Cessna 172 equipaggiato con Garmin 1000, oppure un 172 con un’avionica aggiornata mista, tradizionale analogico oltre ad apparati Garmin digitali, dotato di GPS e di autopilota, tenendo conto che non tutti vogliono utilizzare il Garmin 1000 – ha proseguito il consigliere –. Un’avionica più o meno standard tutti la possono utilizzare. Usare invece questo apparato digitale significa dover frequentare un corso teorico e uno pratico, non molto semplici, ed effettuare un utilizzo frequente, inoltre (…) – ha continuato – se il G1000 non lo usi tutti i giorni i rischi aumentano. Da un noto aeroclub del nord Italia che ho contattato appositamente – ha evidenziato Callegati – che dispone sia di 172 standard e sia di altri dotati di Garmin 1000, ho appreso che i primi fanno una media di 160 ore di volo l’anno, i secondi con il Garmin 1000 fanno fatica ad arrivare a 60, per il semplice fatto che l’aeroplano costa di più (100 euro) e i piloti hanno dimostrato un vero e proprio rifiuto. Poi il Garmin 1000 deve essere aggiornato tutti gli anni anche come software.»
Per Claudio Tavoni, l’aspirazione più grande è mantenere in linea il Cessna RG e il Cap 21, «…poi tentare di acquistare qualcosa di più moderno, minimo due 172, ovvero aggiornare il nostro ed acquistarne un altro, con in più, se ce la facciamo, avere in linea anche un mezzo biposto per la scuola. Se vogliamo entrare in un mercato in cui facciamo formazione a piloti che poi andranno a lavorare in compagnia – ha sottolineato Tavoni- il G1000 potrebbe essere un vantaggio. Se invece si vuole fare una scuola competitiva sul prezzo, forse un G1000 non è la soluzione giusta perché avrebbe dei costi molto più alti. E c’è il rischio che i potenziali piloti vadano dove costa meno. Io ho fatto a suo tempo il corso PPL a Lugo – ha ricordato il consigliere – perché fra i tanti questo aeroclub era uno dove facendolo con un Cessna 150 costava meno degli altri. Il Garmin 1000 è un’avionica molto sofisticata; basta vedere che la montano anche su jet Citation per l’IFR, per lavorarci, non per diletto.»
Anche diversi soci hanno testimoniato di essersi iscritti a suo tempo all’AeCLugo proprio perché era molto conveniente rispetto agli altri aeroclub; «Fare un brevetto con un aereo scuola a 80 euro l’ora (con l’I-LUBA) era molto allettante, cioè a prezzi inferiori addirittura ad aerei ultraleggeri avanzati di altri sodalizi – afferma Riccardo Franchini, giovane socio del sodalizio con esperienza di diverse ore di volo su aerei dotati di Garmin 1000 -. Utilizzare questa strumentazione – ha proseguito Franchini – non è immediata: bisogna studiare e fare diverse ore sia di corso pratico e sia di corso teorico per conseguire un’abilitazione specifica, e soprattutto continuare a volarci spesso. Se dovessi scegliere se volare con l’analogico o col Garmin 1000 sceglierei l’analogico; con il G1000 o ci fai tante ore e tanta navigazione, allora ti può essere utile, ma per il tipo di volo che si fa in un aeroclub per molti soci potrebbe essere una complicazione, più che un vantaggio. Per il discorso del Garmin 1000 associato alla scuola – ha concluso il giovane socio dell’AeCLugo -, sarebbe bene sentire cosa ne pensano gli istruttori del sodalizio, perché a livello di istruzione la navigazione IFR la fai alla vecchia maniera e non usando il GPS.»
Al termine degli interventi di soci e consiglieri, in chiusura di serata, ha ripreso la parola il presidente Giovanni Baracca, che ha sottolineato un aspetto non certo favorevole nel contesto generale: «Si deve tener presente che la regola è: gli aerei costano tanto a comprarli e pochissimo a venderli, per cui ciò che andremo ad affrontare sarà un forte impegno economico bancario per l’aeroclub, a meno che i soci non si impegnino a comprare in ore-volo anticipate – ha affermato il presidente -. L’unico nostro problema è quello economico. L’idea del G1000 è affascinante ed è una partita che si deve tenere sempre aperta, anche se oggi potrebbe non esser possibile con le condizioni economiche attuali. Organizzandoci si può cercare di gestire la cosa in una forma con la partecipazione dei soci all’acquisto di ore-volo; in questa maniera forse diventa più ‘digeribile’. Quello che vogliamo fare in consiglio, per quello che dovrebbe essere il futuro dell’aeroclub, come l’abbiamo disegnato, è un futuro rivolto ai giovani; con una forma più aperta, rispetto ad oggi – ha sottolineato Baracca – cercando di portare all’Aero Club di Lugo i ragazzi dai 18 ai 25 anni, per i quali abbiamo abbassato la quota sociale, che costa solo 100 euro, come abbiamo abbassato il prezzo del brevetto. Il Cessna 150 è stato venduto a malincuore con l’idea di svecchiare la flotta e sarebbe da sostituire con un Tecnam o un DA20: sono due elementi in valutazione. Come detto rimarranno un 172 ed un 172RG. Ad essi andrà ad aggiungersi un altro 172, da valutare se con il Garmin 1000, senza quindi chiudere le porte all’ipotesi di poterlo acquistare o magari acquisirlo in esercenza da qualche proprietario privato. Poi vediamo se sarà possibile.»
Testo e foto di Massimo Baldi
(EdP) 3 aprile 2016