Trentasei i piloti di linea, in cassa integrazione o in mobilità, percepivano dall’INPS dal 2009 gli ammortizzatori sociali, oscillanti tra i 3mila e i 7mila euro mensili, ma contemporaneamente lavoravano per compagnie aeree straniere, senza aver comunicato la nuova occupazione all’ente previdenziale o avevano presentato dichiarazioni che attestavano di non svolgere altre attività lavorative.
Le indagini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, hanno avuto avvio dagli accertamenti svolti su un pilota in cassa integrazione che lavorava presso una scuola di volo di Roma e da qui estese ad altri piloti, incrociando i dati dell’INPS con le informazioni acquisite presso compagnie straniere operanti anche in Italia.
Gli approfondimenti di Polizia Giudiziaria eseguiti dalle Fiamme Gialle del Comando di Gruppo di Fiumicino, operati con la Direzione Regionale Lazio dell’INPS, hanno consentito di accertare che i piloti percepivano dalle compagnie aeree straniere stipendi dai 13 ai 15mila euro mensili, ed ulteriori consistenti benefit.
L’INPS ha subito sospeso l’erogazione delle somme, avviando le procedure per il recupero di quanto versato in questi anni ai nostri uomini dell’aria. I piloti, oltre a dover restituire quanto indebitamente percepito, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati contestati e alla Corte dei Conti per i gravi danni provocati all’Erario, che sarebbero stati stimati in oltre 7,5 milioni di euro.
(EdP-mb)