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Durante la Military Flight Training Conference 2020, dedicata all’addestramento al volo militare – normalmente tenuta a Londra ma quest’anno inevitabilmente in formato virtuale – la Divisione Velivoli di Leonardo ha presentato la propria “vision” sulle capacità di evoluzione degli attuali sistemi di addestramento integrato per i piloti militari per soddisfare i requisiti del futuro. Leonardo, con i suoi addestratori a getto M-345 e M-346, è oggi l’unica azienda sul mercato globale a essere in grado di proporre un completo sistema di addestramento dei piloti militari dalla fase basica a quella pre-operativa, con prodotti proprietari sia per le piattaforme che per il cosiddetto Ground Based Training System, cioè quell’insieme di ausili addestrativi composto da lezioni multimediali, simulatori di volo e di missione a complessità crescente, pianificatore di missione e debriefer e sistema di gestione dell’addestramento. Leonardo offre, pertanto, un sistema di addestramento integrato utilizzabile anche in modalità LVC con condivisione dello scenario tra velivoli, simulatori e stazioni a terra.
Inoltre, grazie alle caratteristiche dell’M-346, la Divisione è anche in grado di proporre, sfruttando sistemi già pienamente operativi, anche soluzioni per le esigenze sempre più complesse di capacità “aggressor”, cioè addestramento per i piloti dei caccia di prima linea e di “companion training”, cioè la possibilità di svolgere attività di volo per mantenere la prontezza operativa dei piloti da combattimento, il tutto ad una frazione del costo rispetto all’utilizzo di un velivolo di prima linea. Ne hanno parlato nel corso dell’incontro Enrico Scarabotto, Head of Flight Test Operations ed Emanuele Merlo, capo della LoB Trainers della Divisione Velivoli.
“I cambiamenti nello scenario geo-politico, le crescenti restrizioni di budget per la difesa, l’evoluzione delle minacce e degli scenari operativi insieme a una rapida evoluzione tecnologica” – spiega Emanuele Merlo – “stanno ponendo nuove sfide a tutto l’ambiente dell’addestramento al volo militare, ma allo stesso tempo anche nuove opportunità”.
Per le fasi iniziali dell’addestramento di un pilota militare, primaria e basica, rispettivamente per imparare a volare e affinare le capacità base, si deve sfruttare al meglio le abilità di interagire con la tecnologia tipiche della generazione dei ‘Millennials’. Questo comporta incrementare l’apprendimento con strumenti digitali, introdurre la simulazione di volo fin dall’inizio nonché velivoli da addestramento più impegnativi rispetto agli attuali addestratori primari/basici. “Il nostro sistema d’addestramento integrato (ITS) basato sull’addestratore a getto monomotore M-345” – illustra Merlo – “ha la capacità di migliorare i risultati della fase di screening iniziale, di ridurre il tempo necessario a comprendere le attitudini del pilota per la successiva assegnazione ai diversi tipi di velivolo e di impiegare il velivolo stesso per diversi ruoli, anche l’addestramento avanzato e il volo acrobatico”.
“Per le fasi successive, quelle dell’addestramento avanzato e propedeutico ai velivoli da combattimento di prossima generazione è fondamentale avere una piattaforma che permetta un’elevata efficacia addestrativa” – spiega Enrico Scarabotto -. “Deve essere dotata quindi di grande agilità, elevata energia di manovra, ottime performance nonché sistemi e sensori avanzati (avionica digitale, Helmet Mounted Display – HMD sistemi di simulazione ‘embedded’ – ETTS) per lavorare in scenari Live, Virtual Constructive – LVC.”
L’ITS basato sull’M-346, addestratore avanzato a getto, bimotore, è al momento la soluzione già disponibile con le capacità sia in termini di prestazioni che di sistema ETTS/LVC più avanzate per evolversi al meglio nel prossimo futuro, ‘producendo’ ottimi piloti per i velivoli di prossima generazione. Tecnologie quali l’intelligenza artificiale e la realtà mista e aumentata, unitamente alla disponibilità di data link in grado di trasferire e processare in tempo reale elevati quantità di dati, aumenteranno ancora questa capacità che sarà sempre più presente nei sillabi addestrativi non solo delle fasi 3 (avanzata) e 4 (pre-operativa), ma anche delle fasi successive.
Un aspetto non secondario dell’evoluzione delle capacità addestrative è, infatti, anche quello relativo ai piloti dei velivoli di prima linea che non possono mantenere adeguati livelli di competenza addestrandosi solamente “contro” velivoli dello stesso tipo o con velivoli di vecchia generazione, oggi gestiti da società private specializzate in servizi di Aggressor/Red Air, che simulano avversari poco performanti e molto visibili ai radar. “Oggi è tempo di cambiare” – dice Scarabotto -, “serve addestrarsi nell’ambito di scenari operativi net-centrici, con avversari “poco visibili” e dalle alte prestazioni. Per il ruolo di avversario simulato (Aggressor/Red Air) occorre utilizzare addestratori avanzati che abbiano anche capacità operative, inclusi sistemi ETTS e LVC, espandendo contemporaneamente l’esistente network ETTS/LVC ai caccia di prima linea, riproducendo così gli scenari operativi avanzati richiesti, ma a basso costo”.
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L’M-346FA rappresenta già oggi la soluzione per un velivolo aggressor di nuova generazione, capace di produrre scenari virtuali, di condividerli via datalink e di stimolare i sensori reali dei velivoli in addestramento, grazie alla presenza a bordo di un vero radar e un sofisticato sistema di autoprotezione.
“Se la tecnologia ETTS/LVC si introduce a livello di reparto operativo, con la presenza di addestratori avanzati per simulare le minacce, lavorando con pochi velivoli di prima linea”, prosegue Scarabotto “si possono riprodurre scenari complessi come quelli delle famose esercitazioni Red Flag, migliorando sensibilmente le capacità e le competenze dei piloti operativi, a costi decisamente più bassi e con pari se non maggiore efficacia operativa”.
Un ulteriore e fondamentale vantaggio dell’impiego dell’addestratore avanzato al reparto è quello di utilizzarlo come “Companion Trainer”. “Per mantenere un adeguato livello di prontezza operativa”, spiega Scarabotto “il pilota del reparto operativo potrebbe volare con il Companion Trainer anche il 50% delle ore totali annue, invece che con il caccia di prima linea – più costoso fino a 10 volte per ora di volo. Il Companion Trainer deve però poter simulare prestazioni, configurazione cockpit, sensori ed armamenti del velivolo di prima linea avendo anche la capacità di simulare scenari complessi. L’enorme riduzione di costo si tradurrebbe così in un mantenimento comunque delle capacità operative con l’aiuto di un mezzo di alte prestazioni e capace di utilizzare la realtà virtuale quale mezzo principale di training”. Anche per questo ruolo, l’M-346FA si presenta come la soluzione perfetta: veloce, agile, dotato dei sensori richiesti e dal costo contenuto.
“Guardando al prossimo futuro”, conclude Merlo “l’evoluzione delle tecnologie di networking e di intelligenza artificiale permetteranno di realizzare un Integrated Training System globale e di tipo ‘joint’, basato quindi sull’evoluzione dell’attuale ITS Leonardo già operativo e capace di combinare le operazioni non solo aeree ma anche terrestri e navali, includendo partecipanti reali e virtuali in un unico ambiente operativo di tipo net-centrico”.
(Fonte: Ufficio Stampa Leonardo) Foto: Leonardo
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