L’industria italiana in prima linea nella missione Hera dell’ESA

(Tempo di lettura: 02′:45″)

Al via i preparativi della missione europea per la difesa planetaria, in cui l’industria italiana, con il supporto dell’Agenzia Spaziale italiana, vanta un’importante partecipazione. L’ASI in collaborazione con la comunità scientifica ha deciso di dedicare uno dei due CubeSat al professor Andrea Milani   

La caccia agli asteroidi si rafforza con un importante contributo europeo. La missione HERA dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) prende il via con la firma del contratto per la progettazione, produzione e collaudo. La prima missione del nostro continente per la difesa planetaria, in programma per il 2024, vanta un importante contributo dell’industria italiana, che con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) si aggiudica i contratti per la realizzazione di importanti sistemi di bordo quali il sistema di Potenza Elettrica, assegnato a OHB-Italia, e la propulsione, assegnata ad AVIO. Sarà compito dell’Italia realizzare, inoltre, il trasmettitore per lo spazio profondo capace di gestire i segnali degli esperimenti di radioscienza. 

 A bordo di HERA viaggeranno anche due piccoli CubeSat che, una volta rilasciati nello spazio, potranno sorvolare da vicino la superficie dell’asteroide. Il secondo CubeSat è a guida italiana ed è stato intitolato ad Andrea Milani, professore di Meccanica Orbitale all’Università di Pisa nonché scienziato di fama internazionale e ideatore della missione dell’ESA Don Quijote, la cui eredità viene oggi raccolta da HERA.    Andrea Milani ha dato contributi fondamentali alle tradizionali ricerche sulla stabilità del Sistema Solare, alla nascente disciplina della geodesia spaziale, alla progettazione di missioni di esplorazione e alla determinazione delle orbite dei piccoli corpi del sistema solare ottenendo riconoscimenti a livello mondiale. Il suo lavoro è stato determinante nell’indirizzare le problematiche legate al rischio asteroidale: grazie al suo impegno nel 1999 al Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa entrava in funzione NEODyS, il primo sistema di monitoraggio sistematico della popolazione degli asteroidi vicini alla Terra (NEO – Near-Earth Objects); sua è stata l’intuizione che ha portato alla progettazione del telescopioFlyeye” dedicato alla scoperta di oggetti potenzialmente a rischio di collisione con il nostro pianeta. ASI e ESA hanno valorizzato e messo a sistema queste iniziative nell’ambito del programma Space Safety sostenendo la creazione del Centro di Coordinamento Asteroidale (NEOCC – NEO Coordination Centre) all’ESRIN di Frascati e realizzando il primo prototipo del telescopio Flyeye che verrà installato sul Monte Mufara, in Sicilia.

Siamo davvero felici di essere saliti a bordo di Hera – sottolinea Ettore Perozzi responsabile ufficio sorveglianza spaziale ASIera un obiettivo che inseguivamo da quando Andrea Milani ci aveva dimostrato come il rischio di un impatto di un asteroide sulla Terra, al contrario di molte altre catastrofi naturali, possa essere completamente eliminato: basta prepararsi in tempo” 

HERA rappresenta il contributo europeo a una collaborazione internazionale per la protezione del pianeta dagli impatti cosmici chiamata Asteroid Impact & Deflection Assessment (AIDA). Nel corso della sua missione HERA, dal nome della dea greca del matrimonio, studierà da distanza ravvicinata l’asteroide binario Didymos e insieme alla sonda DART (Double Asteroid Redirect Test) della NASA, metterà a punto la tecnica della deflessione asteroidale. DART, in partenza nel 2021, è destinata infatti a schiantarsi su Dimorphos, il piccolo satellite di Didymos, lasciando poi a HERA, in arrivo nel 2026, il compito di analizzare il cratere originato dall’impatto e calcolare con precisione i cambiamenti orbitali provocati dall’impatto. HERA e i suoi “cubesats” verranno utilizzati anche per sperimentare nuove tecnologie, come la navigazione autonoma attorno a un piccolo corpo celeste, e per comprendere meglio le caratteristiche orbitali e fisiche degli asteroidi. 

(Fonte: Ufficio Stampa Agenzia Spaziale Italiana)

EdP-mb


Per approfondire vedasi anche l’articolo su queste pagine del 17 settembre scorso

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