L’intervista del Generale Carlo Landi a fanpage sull’incidente aereo di Modena

Nell’immagine in evidenza la casa di campagna dove è avvenuto il tragico incidente all’ultraleggero (foto Fanpage.it – Vigili del Fuoco)

Riportiamo integralmente un articolo pubblicato oggi in rete da “fanpage.it” relativo al grave incidente occorso ieri a Modena ad un ultraleggero, con alcune considerazioni tecniche del Generale Carlo Landi, ex comandante del Reparto Sperimentale di Volo dell’Aeronautica Militare, investigatore di incidenti aerei, nonché organizzatore dell’associazione “Volare Sicuri” – che ha tenuto negli anni centinaia di seminari per la sicurezza del volo – caro amico e socio dell’Aero Club “Francesco Baracca” di Lugo.

EdP-mb

Immagine di repertorio del Gen. Carlo Landi

dal sito fanpage.it

Ultraleggero si schianta a Modena, il generale Aeronautica Landi: “C’è poca sicurezza in volo”

Un velivolo ultraleggero si è schiantato contro il tetto di un’abitazione nel Modenese. Il pilota è deceduto sul colpo. Il Generale dell’Aeronautica Militare Carlo Landi: “In Italia manca organo indipendente che promuova la sicurezza per voli turistici”

A cura di Gabriella Mazzeo

Il pilota non è riuscito ad effettuare un atterraggio di emergenza a causa della scarsa visibilità causata dalla nebbia. Sarebbe questa la causa dell’incidente avvenuto ieri lunedì 20 dicembre nel Modenese: un velivolo ultraleggero si è schiantato contro un’abitazione disabitata. Il pilota è deceduto nello schianto. Secondo il Generale Carlo Landi, ex comandante del Reparto Sperimentale Volo dell’Aeronautica militare, qualificato investigatore incidenti che ha condotto 160 seminari di sicurezza per piloti civili, alla base degli incidenti con velivoli leggeri c’è la “…mancanza di un organo indipendente che promuova corsi di aggiornamento e sicurezza“. “Le cause dell’incidente di Modena – spiega ancora il Generale Carlo Landi a Fanpage.it – potrà chiarirle soltanto l’Agenzia Nazionale della sicurezza volo al termine della sua inchiesta“.
Gli incidenti con velivoli ultraleggeri o turistici avvenuti in questi mesi sono causati da una falla nella promozione della sicurezza?
Sono convinto che sia così. I piloti di velivoli leggeri fanno corsi divisi tra teoria e pratica. Fanno 15 ore di pratica, prendono il brevetto e dopo non vengono ulteriormente seguiti con corsi di aggiornamento. I piloti commerciali invece vengono costantemente aggiornati. Alla base degli incidenti c’è quasi sempre l’errore umano, ma chi non è incentivato ad aggiornarsi non sa cosa fare in situazioni come quella che si è presentata probabilmente a Modena. Per questo si verificano episodi del genere, tutti molto simili tra loro. Fortunatamente non sempre il pilota ha la peggio, ma quando succede incidenti di questo tipo arrivano sui giornali.
Secondo lei esiste un’emergenza da questo punto di vista?
No, i casi riguardanti incidenti con velivoli turistici e ultraleggeri sono pochi. Hanno rilevanza mediatica quando si registrano delle morti, purtroppo. Ovviamente casi eclatanti di questo tipo potrebbero far pensare a un’emergenza, ma non è così. Abbiamo un problema dal punto di vista della sicurezza e dell’aggiornamento: servirebbe un organo autonomo, snello ed economico, in grado di promuovere l’aggiornamento continuo su questi temi. Invece anche nelle nuove norme che si stanno discutendo in Parlamento di sicurezza non si parla. La chiave per non cadere di nuovo in queste tragedie sarebbe studiarle, comprenderle e aggirarle.
Cioè?
Bisognerebbe analizzare i casi e capire quali sono gli errori compiuti. In ogni incidente esistono errori visibili e altri sui quali bisogna indagare di più. Quasi sempre la prima soluzione che viene in mente è che il pilota possa aver sbagliato. L’errore umano è alla base di quasi tutti gli incidenti di questo tipo, ma bisogna capire principalmente da cosa dipende. Se non so comportarmi in una situazione di pericolo che potrebbe essere anche minima, rischio comunque la vita. Per questo casi del genere vanno studiati per evitare che si ripetano.
Quindi il fattore comune degli incidenti avvenuti a Milano, Valsesia e ora a Modena è la scarsa educazione alla sicurezza?
Sì e no. Ci sono ovviamente fattori tecnici, ma se non so come gestirli sono sempre in pericolo e di riflesso sono in pericolo anche le altre persone. Nel caso di Modena, per esempio, le condizioni di scarsa visibilità hanno fatto dirottare altri 3 aerei in altri campi. Probabilmente chi guidava ha avuto il tempo e le competenze per valutare la pericolosità di quella nebbia. La vittima di ieri invece si è trovata in una condizione di volo assolutamente inusuale.
Come promuovere fattivamente la sicurezza per il volo turistico quindi?
Non si può fare ovviamente tramite sanzioni, multe o obblighi. In questo caso la frequenza deve essere incoraggiata e promossa con un’educazione ai comportamenti corretti e alla consapevolezza.
Quindi non c’è un vuoto normativo?
Sì, c’è come dicevo la mancanza di un organo che promuova i concetti di sicurezza. Per quanto riguarda le norme e le investigazioni abbiamo l’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo che è estremamente efficiente ed ENAC. Quella della promozione della sicurezza è una cultura della quale sentiamo l’assenza e gli effetti di questa cosa sono assolutamente visibili. Con il progetto Volare Sicuri da dieci anni cerchiamo di incentivare i piloti per passione a informarsi per poter volare nel modo più sicuro possibile. Si tratta più nello specifico di condividere esperienze e situazioni vissute per poterne ricavare degli insegnamenti. Non sono una serie di regole teoriche, ma la realtà applicata alla teoria.

(Fonte: fanpage.it)

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