Lucia Sabrina Papa, ripresa ai comandi di un Cessna 152 (foto: Cartabianca Publishing)
Questa è la storia vera di una donna che fin dall’infanzia aveva un grande sogno, quello di diventare una pilota di aeroplano. L’unica limitazione per raggiungere questo traguardo era la sua disabilità: da sempre è non vedente. Grazie alla passione, allo studio e alla volontà, quello che sembrava un sogno irrealizzabile, dopo tanti anni di sacrifici è diventato una realtà che è stata raccontata, assieme alle vicende della sua vita, in un libro scritto dalla stessa protagonista, in modo effervescente e con una gran dose di autoironia, assieme a due giornalisti, Diego Meozzi e Paola Arosio. La protagonista di questa storia è Lucia Sabrina Papa, 54enne originaria di Salice Salentino (LE), non vedente dalla nascita, che a cinque anni fu ammessa a frequentare un corso a Roma in una scuola specializzata per alunni ciechi, l’Istituto statale Augusto Romagnoli, un collegio realizzato in un antico casale donato all’inizio del novecento dalla Regina Margherita di Savoia allo Stato affinchè venissero ospitati bambini privi della vista. Rientrata in Puglia, al termine del corso, ha frequentato tutte le scuole e nonostante le difficoltà è riuscita a diplomarsi e a conseguire la maturità magistrale. Nel 1990, appassionata di computer, ha partecipato con grande entusiasmo a un corso di informatica organizzato dall’Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna, venendo poi assunta dalla IBM di Roma come “programmatrice e IT Specialist”. La sua innata curiosità e la voglia continua di sperimentare l’hanno portata anche a cimentarsi nell’arrampica sportiva, ad andare a cavallo e a viaggiare per il mondo. Ma la sua passione per gli aerei non si è mai esaurita, è rimasta sempre lì, anzi è aumenta negli anni. Una passione nata fin da quando era bimba e assieme alla sorella Carmen amava sostare in un punto della sua città: “dove passavano sempre gli aeroplani sulla testa, veloci, alle volte vicini, che sfrecciano via e altre volte lontani in sottofondo”, come lei stessa rivela nel suo libro: “Volevo essere uno di loro, volevo avere un paio d’ali e sollevarmi con un rombo potente e anch’io sfrecciare via lassù dove non ci sono ostacoli, sentire l’aria passare sul mio corpo, su quelle ali, rotolare in quel cielo infinito e libero, tra una morbida nuvola e l’altra.” Finalmente, dopo tanti anni, riesce a realizzare il suo sogno grazie all’Associazione Baroni Rotti e all’Association Européenne des Pilotes Handicapés Visuels “Mirauds Volants” e nel 2016 inizia a pilotare velivoli ultraleggeri assistita da un istruttore e, dal 2019, studia teoria e pratica di volo presso la Aviomar Flight Academy. Pur senza licenza di pilota, nei suoi voli è sempre affiancata da un istruttore e passa dai comandi del piccolo Sky Arrow al potente Extra EA-200 acrobatico, pilotando numerosi velivoli in giro per i cieli d’Italia e di Francia ed è la prima allieva pilota non vedente in Italia che gestisce il volo autonomamente: ad oggi conta oltre 170 ore di volo come pilota alla cloche. Per questa lunga avventura ha voluto scrivere la sua storia, in una pubblicazione che non è il solito libro di aviazione: “Volando nell’invisibile – Una pilota fuori dall’ordinario”, dove “racconta le sue esperienze di volo e gli spettacolari risultati che riesce a ottenere, ma anche le difficoltà quotidiane, la sua determinazione, l’aiuto che ha dato e ricevuto. Uno splendido esempio anche per chi si ostina a vivere tenendo gli occhi chiusi“.
Il volume è edito da una piccola società editoriale, Cartabianca Publishing, creata dai due giornalisti che hanno collaborato con l’autrice nella realizzazione del libro, reperibile in edizione cartacea (di 256 pagine) presso lo stesso editore, oppure su eBay, MareMagnum, Amazon e sia come Ebook, ottimizzato per Amazon Kindle, Apple iPad, oltre al formato “universale” ePub.
