Missione Artemis: ArgoMoon il fotoreporter lunare made in Italy scalda i motori sulla rampa di lancio per i test finali

Il Cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana realizzato da Argotec, installato a bordo del vettore americano Space Launch System, ha raggiunto la rampa di lancio dove, una volta completati gli ultimi test sul lanciatore, aprirà la strada per la messa in orbita nella prima missione del programma lunare Artemis della NASA

Il vettore americano Space Launch System (foto repertorio NASA)

Il Cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

Prove generali in corso per ArgoMoon. Il Cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) integrato a bordo del gigantesco vettore americano Space Launch System (SLS), è partito dall’edificio di integrazione per arrivare, dopo un lento cammino di 12 ore, sulla rampa di lancio 39B per gli ultimi test sul lanciatore.
ArgoMoon è un cubesat che misura 20x30x10 centimetri e pesa circa 14 chili. Ideato e realizzato su commissione dell’Agenzia Spaziale Italiana dalla società Argotec di Torino, sarà lanciato con Artemis 1, la prima missione del nuovo lanciatore americano SLS, che porterà per la prima volta la capsula Orion senza uomini a bordo, intorno alla Luna. Il compito di ArgoMoon sarà quello di fornire alla NASA le immagini significative a conferma della corretta esecuzione delle operazioni del vettore SLS, che al momento del rilascio dei cubeSat non potrà inviare segnali verso Terra. ArgoMoon eseguirà le operazioni di puntamento attraverso l’utilizzo di un software per la navigazione autonoma sviluppato appositamente da Argotec per questa missione. Dopo circa sei mesi, ArgoMoon completerà la sua missione effettuando delle manovre orbitali che porteranno il Cubesat in un’orbita stabile intorno al sole. Altra finalità tutta italiana sarà quella di validare tecnologie per applicazioni su nanosatelliti ed in particolare sui sistemi di telecomunicazione e di controllo di assetto e orbitale nello spazio profondo, nonché la resistenza di componenti e unità alle radiazioni tipiche di questi ambienti.
Nonostante il volume ridotto sono racchiuse dentro ArgoMoon le stesse capacità di un satellite dalle grandi dimensioni con sottosistemi miniaturizzati tecnologicamente avanzati capaci di garantire un’alta affidabilità e di resistere alle difficili condizioni dello spazio profondo. Attraverso un software basato sull’intelligenza artificiale, il satellite è in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti nel suo campo visivo, di attuare autonomamente manovre orbitali e di assetto per mantenere la corretta distanza e catturare immagini di alta valenza tecnica ma anche di forte impatto pubblico.
ArgoMoon in questa missione sarà in compagnia di altri nove cubesat (sette americani e due giapponesi) e sarà quindi l’unico satellite europeo a bordo del volo inaugurale del vettore SLS. Il Cubesat che sarà il primo oggetto realizzato in Italia a volare verso la Luna ed è stato spedito nel maggio del 2021 negli Stati Uniti al sito di integrazione della NASA, per le attività di preparazione al lancio.
Il programma Artemis della NASA ha l’obiettivo di riportare l’esplorazione spaziale umana oltre l’atmosfera terrestre. La missione, il cui nome è ispirato ad Artemide, dea greca e sorella gemella di Apollo, si basa su un gigantesco vettore chiamato SLS (Space Launch System) che trasporta la capsula Orion composta da un Modulo di Comando ed uno di Servizio come era la capsula Apollo. Il modulo di servizio di Orion è stato realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea, con un importante partecipazione dell’industria italiana: Thales Alenia Space ne ha infatti curato per l’ESA la struttura e i sottosistemi critici del modulo, compreso la protezione dai micrometeoriti e il controllo termico. Tutte parti fondamentali per garantire le condizioni vitali e di sicurezza per gli equipaggi che parteciperanno alle future missioni del programma Artemis. Al momento sono previste e pianificate solo tre missioni Artemis che porteranno Orion intorno alla Luna.

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(Fonte: Ufficio Stampa ASI – Agenzia Spaziale Italiana – Crediti immagini: NASA e Argotec)
EdP-mb

 

 

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