Operazione “Fenice” della Guardia di Finanza. Sequestro di siti web illegali e denuncia dei responsabili dell’illecita diffusione di copie digitali di quotidiani nazionali

GDF Unità speciali
Il Centro Unità Speciali della Guardia di Finanza a Roma (Foto Gdf)

Il Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria ha portato a termine un’attività di contrasto di portata nazionale sviluppata mediante l’analisi sul web della diffusione illecita di contenuti editoriali.

Nel tempo, lo stesso Nucleo Speciale è già stato delegato a svolgere innumerevoli indagini volte ad individuare i responsabili della pubblicazione di quotidiani e periodici, nazionali ed internazionali, disponibili gratuitamente ed integralmente agli utenti del web attraverso piattaforme illegali che non versavano i compensi spettanti ai titolari.

Con l’operazione “Fenice”, si è messo a segno un nuovo colpo contro questa forma di pirateria digitale.

Andando a tracciare il percorso che permette ai pirati del web di acquisire ed offrire agli utenti il prodotto editoriale, è stata operata una massiccia opera di sensibilizzazione delle diverse testate stampa sull’importanza di monitorare il percorso delle copie elettroniche dei quotidiani diffusi attraverso i canali telematici, stimolando la creazione di strumenti idonei a raggiungere tal fine.

Attraverso, quindi, un innovativo metodo di tracciatura delle copie digitali messo a punto da primari gruppi editoriali nazionali, sono stati individuati cinque soggetti, responsabili della diffusione illegale sul web – in violazione all’art. 171 ter, comma 2, lettera a-bis della Legge nr. 633/1941 – dei contenuti editoriali tutelati, acquisiti originariamente attraverso regolari abbonamenti ai canali di diffusione digitale delle testate.

Dall’analisi dei codici individuati con il monitoraggio ed attraverso il riscontro degli stessi con le banche dati in uso ai gruppi editoriali ed alla Guardia di Finanza sono stati individuati i soggetti che rendevano disponibili i quotidiani.

L’azione di contrasto posta in essere dalla Guardia di Finanza, resa più incisiva anche grazie all’innovativo metodo investigativo basato sul principio del “Follow the money”, cioè la tracciatura delle risorse finanziarie che collegano i gestori dei siti pirata ai fornitori dei servizi offerti e pubblicizzati sui medesimi, ha permesso di aggredire anche questo ulteriore sistema che, unito alla sensibilizzazione operata nei confronti delle attività economiche che utilizzano il web per le proprie campagne di marketing, ha portato ad una significativa diminuzione della presenza di marchi importanti sulle piattaforme web operanti in violazione alla normativa posta a tutela del diritto d’autore.

Pertanto, come disposto dalla Procura della Repubblica di Roma con appositi provvedimenti, sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro di materiale informatico, nei confronti di soggetti di cittadinanza italiana residenti nelle province di Napoli, Carbonia-Iglesias, Brescia, Roma, Frosinone e Torino e contestualmente il sequestro preventivo di n. 10 siti web allocati su territorio Nazionale e l’oscuramento DNS di n. 5 siti web allocati all’estero.

Un recentissimo approfondimento sulla crisi dell’editoria in Italia sviluppato dall’ufficio studi di Mediobanca, illustra che solamente nel 2014 si sono perse 400mila copie al giorno, passando da 3.6 milioni a 3.2 milioni di copie (-12%). Il calo dei lettori ha portato in 5 anni ad una perdita di 4800 posti di lavoro di settore.

(Fonte: Ufficio Stampa Guardia di FInanza, Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria, 28 gennaio 2016)

(EdP-mb)

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