Si è discusso di territorio, del percorso di riforma del sistema di protezione civile ed è stato fatto il punto sull’iter parlamentare della legge approvata a fine 2015, a larga maggioranza, dalla Camera dei Deputati e ora al vaglio del Senato. Tutto ciò questa mattina, a Torino, nell’ambito dell’incontro “La riforma della protezione civile e le ricadute sul territorio” cui ha preso parte anche il Capo del Dipartimento nazionale, Fabrizio Curcio, insieme, tra gli altri, all’onorevole Chiara Braga, al senatore Massimo Caleo, al sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino e all’assessore regionale alla protezione civile, Alberto Valmaggia.
«Il percorso di riforma normativa è stato voluto per rendere più efficiente il sistema, senza stravolgere i rapporti e le diverse organizzazioni che negli anni si sono date le strutture locali: il rapporto tra i cittadini e i rappresentanti sul territorio non deve essere indebolito, ma tutelato e stimolato – ha sottolineato l’ingegnere Curcio -. Per riformare nel modo più efficiente possibile il nostro sistema dobbiamo partire dalla protezione civile che abbiamo, quella nata dal nostro percorso storico e dalle trasformazioni sociali che il Paese ha vissuto dal 1992 a oggi, da quando ha visto la luce la legge 225. Quella norma, lungimirante, ha stabilito che la protezione civile è un servizio nazionale basato sul coordinamento tra i soggetti a vario titolo coinvolti e sulla sussidiarietà. E da qui dobbiamo partire.»
C’è stato anche spazio per un confronto diretto con i volontari di protezione civile presenti che, attraverso i loro rappresentanti, hanno lasciato alcune “raccomandazioni” ai parlamentari – tra le quali non perdere tempo nel prosieguo del dibattito – e ricordato come recuperare la memoria degli eventi passati sia fondamentale per migliorare il futuro.
(Fonte: Ufficio Stampa Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 23 gennaio 2016)
(EdP-mb)