Protezione civile: convegno sulle modalità operative per soccorso e assistenza in ambiente montano

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, ing. Fabrizio Curcio (foto di repertorio Protezione Civile)
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, ing. Fabrizio Curcio (foto di repertorio Protezione Civile)

Riflettere sull’importanza della conoscenza del territorio, dei rischi presenti, dei corretti comportamenti da tenere e della sinergia da mettere in campo in un ambiente con numerose peculiarità come è quello montano: è stato questo il principale scopo del convegno “Il sistema di protezione civile: eccellenze, specificità. Quali sinergie e modalità operative per gli interventi di soccorso e assistenza in ambiente montano“, organizzato nel pomeriggio del 6 febbraio scorso a San Martino di Castrozza, Trento, nell’ambito del 13esimo campionato italiano di sci di protezione civile.

«L’Italia è un Paese di eccellenze, un Paese con diverse specificità e forse anche per questo lo sforzo da mettere in campo per riuscire davvero a fare sinergia deve essere ancora maggiore», ha detto il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

E così i video, i racconti, le immagini commentate dai rappresentanti di Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino – strutture operative del sistema di protezione civile quotidianamente impegnate in montagna non solo per portare soccorso laddove necessario, ma soprattutto per fare attività di prevenzione e per fare conoscere bellezze e insidie di questo ambiente – sono stati un utile strumento per iniziare a condividere impostazioni e organizzazioni diverse, e per ragionare su come migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse limitate che oggi ci sono.

«Perché i cittadini, nelle situazioni di emergenza, non guardano la divisa degli operatori, ma la prontezza e la qualità dell’intervento di soccorso – ha ricordato l’ingegnere Curcioe la loro aspettativa in termini di efficienza verso il sistema cresce ogni giorno. Il nostro sistema quando è in emergenza, sotto pressione, risponde sempre al massimo. Poi, purtroppo, quando si parla di pianificare, organizzare, lavorare insieme in tempo di pace – ha proseguito il Capo Dipartimento -, scattano dei meccanismi difensivi, quasi come se ci si dovesse guardare l’uno dall’altro, meccanismi che non ci consentono di dare il massimo e di capitalizzare, anche in pianificazione, lo spirito di sistema che si esprime in emergenza. Ma da soli – ha continuato -, lo sappiamo, non si va da nessuna parte, sia perché le risorse scarseggiano e dobbiamo ottimizzare le poche che ci sono, sia perché oggi è difficile trovare un problema governabile dall’inizio alla fine da una sola struttura. Il processo di riforma della normativa in materia di protezione civile – ha sottolineato  – ha, tra i suoi obiettivi, anche quello di riportare una omogeneizzazione del sistema, ovviamente preservando le specificità dei territori, per dare a tutti i cittadini uno stesso livello di sicurezza e di risposta.  “Lavoriamo per disegnare insieme la strada migliore e più efficiente – ha concluso il Capo del Dipartimento – che ci consenta di aumentare la consapevolezza e la sensibilità dei cittadini verso i rischi e la loro gestione.»

(Fonte: Ufficio Stampa Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 7 febbraio 2016)
(EdP-mb)

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