È stata dedicata al terremoto del Centro Italia l’apertura dei lavori della 37esima riunione dei Direttori Generali di Protezione Civile dell’Unione Europea, dello Spazio economico europeo e dei Paesi candidati all’adesione, apertasi ieri 27 settembre a Bratislava, in corso anche oggi, sotto la presidenza slovacca, alla quale ha partecipato nella mattinata di apertura anche il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.
«Per noi è sempre stato molto importante, grazie ai contatti intensi e costanti che abbiamo mantenuto con Bruxelles, sapere che, in caso di necessità, ci sarebbe stato il supporto della comunità internazionale», ha detto il Capo del Dipartimento ripercorrendo i primi giorni di gestione dell’emergenza dopo il 24 agosto. «Sebbene in questa grave occasione non sia stato necessario attivare il meccanismo europeo, grazie alla pronta risposta italiana, il lavoro fatto in questi anni è stato comunque evidente. Dobbiamo proseguire in questa direzione, continuare a rinforzare la cooperazione e la crescita costante della pianificazione di emergenza».
Questa 37esima riunione dei direttori si svolge in un periodo delicato per la storia del Meccanismo europeo di protezione civile. Oltre alla riforma dell’organigramma della Direzione generale ECHO (European Commission’s Humanitarian aid and Civil Protection department, ECHO, ndr), infatti, entro la fine di quest’anno, la Commissione Europea dovrà presentare al Parlamento e al Consiglio sia una relazione di valutazione intermedia, a tre anni dalla riforma, del funzionamento del Meccanismo stesso, sia un primo rapporto sulla capacità di risposta emergenziale dell’European Emergency Response Center.
Diversi i temi in agenda, dalla condivisione delle buone pratiche di protezione civile dei singoli Stati che negli ultimi mesi hanno fronteggiato diverse situazioni emergenziali, al confronto sullo stato dell’arte dello strumento del voluntary pool europeo. In tale ambito l’Italia ha avviato l’iter di registrazione per cinque differenti risorse: un modulo di ricerca e soccorso in contesti urbani e uno in ambienti contaminati, un modulo per interventi a seguito di alluvioni e inondazioni e un team di strutturisti per l’analisi del danno post evento sismico e per la realizzazione di opere provvisionali, tutti del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e un modulo di posto medico avanzato del Gruppo Chirurgia di Urgenza di Pisa. A questi si aggiunge il Canadair, sempre del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, co-finanziato, questa estate, nell’ambito del progetto europeo Better Use of ForestFire Extinguishing Resources by Italy (BUFFER-IT) che è stato attivato ed è intervenuto, su richiesta dei singoli Stati, attraverso il Meccanismo europeo a Cipro, in Francia e Portogallo, per supportare gli interventi di contrasto ai vasti incendi che si erano sviluppati in quei Paesi.
«Nell’ambito del progetto BUFFER-IT, il nostro Paese ha assicurato un contributo significativo al voluntary pool. Si è trattato di uno strumento molto utile per il Meccanismo europeo, ma ha rappresentato anche un buon test per il nostro sistema, consentendoci di verificare i tempi di reazione delle strutture dedicate a questo tipo di assistenza», ha detto il Capo del Dipartimento Fabrizio Curcio. «E’ stato determinante ai fini dell’efficacia degli interventi affidarsi a procedure, interne ed esterne, chiare e consolidate. Sul piano dei criteri esterni le operazioni sono state definite in stretto coordinamento con l’European Emergency Response Center e testate in precedenti occasioni. Questo ha permesso a ciascun attore di agire con competenza e in raccordo con il lavoro che, contemporaneamente, veniva svolto dagli altri soggetti coinvolti. Il sistema ha funzionato e credo che il modello debba essere applicato anche in altri contesti».
(Fonte: Ufficio Stampa Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 27 settembre 2016)
(EdP-mb)