Testo e foto di Claudio Toselli
Solitamente i miei articoli che trattano l’aviazione sportiva, i Reparti dell’Aeronautica Militare, dell’Aviazione di Marina oppure i vari Corpi dello Stato o dell’Aviazione dell’Esercito, sono sempre riccamente corredati di fotografie scattate durante le visite, ma questa volta faccio una eccezione perchè ciò che riporto in queste righe è un bel ricordo vissuto prima di questa pandemia che ha colpito noi e il mondo intero, ritornato alla mente leggendo, in un momento di relax, uno dei miei preziosi diari dove annoto tutto ciò che ho vissuto durante i miei reportage che mi hanno sempre regalato grandi esperienze di vita, fatto conoscere usi, cibi e costumi differenti dai nostri e visto paesi che difficilmente avrei avuto modo di poter visitare.
Come ho detto, un ricordo differente dagli altri perchè in quella occasione volutamente scattai pochissime foto con una piccola macchina fotografica digitale che porto sempre con me avendo voluto dare a questa visita, ampio spazio al rapporto umano più che alle immagini fotografiche volendo vivere un’esperienza per me nuova senza l’assillo di dover scattare più immagini possibili per arricchire i report giornalistici senza guardare alle condizioni meteo, alla luce, alla inquadratura ecc. ecc!!!
Ricordo che un forte battere di pale nell’aria del mattino, mi accoglie all’entrata del CAAE di Viterbo. Il sole e’ già alto, fa caldo ma non troppo. La mia non è una visita ufficiale, ma diciamo “di cortesia” e l’incontro con un vecchio amico che non sentivo da molto tempo.
Nella base, l’attivita’ di volo inizia molto presto perchè la mole di lavoro è sempre moltissima; attendo al cancello il suo arrivo e devo dire la verità mi sento un pò a disagio e leggero senza il mio solito fedele corredo fotografico completo, ma ho fatto questa scelta!!! Grandi sorrisi, frasi di ben ritrovato, strette di mano e la visita comincia!!!
Sul piazzale due monumenti emblematici: un L-18 “giallone” accanto ad un AB-47G e più avanti un vecchio AB-204B, macchine che hanno fatto storia nella prima ALE (Aviazione Leggera dell’Esercito).
Da dietro un hangar proviene un forte battere di pale di un elicottero in procinto di decollare. Ne vedo il rotore poi pian piano ecco la fusoliera: si tratta di un “Mangusta”. Mi viene assicurato che a breve ne vedrò uno da vicino, ma prima e’ d’obbligo un buon caffe’ impossibile da rifiutare, quattro chiacchiere e pacche sulle spalle seduti su comode e soffici poltrone. Di li a poco l’elicottero decolla salendo velocissimo nel cielo azzurro per proseguire la propria missione.
In un grande hangar sono ricoverati altri elicotteri ”129” completi di armamento di lancio e seduto al posto del pilota, ascolto con grande interesse cio’ che mi viene spiegato sulle caratteristiche, sugli strumenti, sull’armamento di questa macchina che già conosco ma è sempre utile imparare qualche cosa di nuovo. Altri elicotteri atterrano sul piazzale la cui linea di volo sarebbe molto invitante per qualche scatto fotografico. Il mio occhio allenato vede come sarebbe l’inquadratura giusta, ma desisto memore della promessa fatta a me stesso. In lontananza un grande CH-47C “Chinook” appare dietro grandi alberi, dall’altra parte della statale che separa la base del CAAE da quella del 1° Reggimento Aves “Antares”, poi un rumore fortissimo di eliche e di motori tirati al massimo: un Dornier 228 del 28° Gruppo Squadroni AVES “Tucano” che decolla. Nella giornata numerosissimi sono stati altri decolli, atterraggi, passaggi a varie quote, ma il tempo trascorre inesorabile: un passaggio veloce per vari uffici, laboratori, aule, officine e la vista alla zona manutenzione dove gli elicotteri vengono smontati e revisionati da cima a fondo, conclude la mia giornata a Viterbo.
(Un click sulle foto per ingrandire)
Un brindisi, ringraziamenti per una bella giornata aeronautica differente dalle altre, trascorsa velocemente particolarmente per la gioia degli occhi senza l’assillo di dover scattare una grande quantità di immagini come è uso fare, ma soltanto quelle necessarie per documentare la visita.
Esco dal CAAE felice per fare rientro a casa non prima però di una breve visita alla città e degustare le specialità del luogo, quando un battere di pale “mi saluta” sorvolando non visto la mia auto dirigendosi poi velocemente verso la campagna viterbese.
Spero che queste poche righe siano state gradite. Per me sono un bel ricordo di una giornata aeronautica “strana” che non ha avuto come scopo la fotografia fine a se stessa, ma l’incontro con una persona che non ho mai dimenticato. La passione per tutto ciò mi ha concesso anche questo.
Claudio
EdP-mb