Un grande Italiano, un eccezionale economista, un Padre del Tricolore
di Renzo Preda
Ho incontrato molti anni fa, in quanto invitato nella mia veste di Direttore Generale di un piccolo Istituto di Credito di Lugo e ho avuto modo di ascoltare Carlo Azeglio Ciampi, allora Governatore della Banca d’Italia.
Il 31 maggio 1984 a Palazzo Koch in Roma nel corso dell’annuale Assemblea della Banca d’Italia e la relativa esposizione delle “Considerazioni finali” del Governatore sullo stato dell’economia del Paese, presenti tutti i massimi esponenti del mondo economico nazionale, del giornalismo, imprenditoriale esclusi per prassi i politici.
Ebbi miglior fortuna l’anno successivo nella stessa sede e analogo evento. Il Governatore al termine della lettura delle “Considerazioni finali” si trattenne in sala a salutare cordialmente gli intervenuti. Ebbi così il privilegio di presentarmi e l’onore di stringergli la mano. Ricordo che accanto mi ritrovai Eugenio Scalfari e Leopoldo Pirelli accompagnato da un nipote. Provai un’emozione fortissima e dentro il mio animo si rafforzò la sensazione che ero di fronte a un uomo di grande statura economica e di carisma eccezionale. Fui felice quando nel 1999 fu eletto Capo della Stato e ovviamente la mia considerazione per l’Uomo crebbe enormemente.
Il 7 gennaio del 2004 ero presente, in quanto invitato come Presidente dell’UNUCI di Lugo, al teatro Valli di Reggio Emilia, ove il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi intervenne per celebrare il 207° Anniversario della nascita del Tricolore. Ascoltai le sue parole inneggianti alla nostra Bandiera e ai suoi valori e, ovviamente, per il comune sentire patriottico, rimasi profondamente e positivamente colpito.
Nello stesso anno, tramite un amico carissimo, il Generale dei Carabinieri Tommaso Meli, Comandante del Reggimento Corazzieri, le Guardie d’Onore del Capo dello Stato, quindi a stretto contatto con lo stesso Presidente Ciampi, inviai un plico contenente la rivista Unuci Lugo, la “brochure” della Giornata del Tricolore, svoltasi a Lugo, il libro “L’Abate Libertino – memorie autobiografiche di Giuseppe Compagnoni” di Marcello Savini, e altro materiale riguardante le origini lughesi della nascita del Tricolore.
Mi pervenne una lettera a firma del Segretario Generale del Quirinale in cui il Presidente aveva molto gradito il contenuto, rivolgeva apprezzamenti all’Unuci di Lugo per l’iniziativa, stimolandola a continuare nell’l’interesse della Patria.
Ma due momenti emozionanti e gratificanti stavano per avvenire e che rimarranno per sempre fra i ricordi più significativi e più belli della mia vita.
Come Maestro del lavoro, alla fine del 2004, venni eletto nel Consiglio Nazionale della Federmaestri e successivamente nominato Vice Presidente Nazionale per il Nord e designano Vice Presidente Nazionale Vicario. I nuovi vertici ebbero l’alto onore di essere ricevuti al Quirinale e ad uno a uno presentati al Presidente. Quando fu il mio momento dichiarai la mia origine di Lugo di Romagna, città natale di Giuseppe Compagnoni. Con mia grande sorpresa il Presidente, stringendomi la mano, mi apostrofò: «Ah bene, bene: Lei è l’uomo di Compagnoni e del Tricolore di Lugo, mi compiaccio» riferendosi evidentemente al plico che mesi addietro gli avevo fatto pervenire.
Non riuscirei a descrivere cosa provai in quel momento: uscii dall’incontro frastornato, emozionato, quasi inebetito.
Il 1° maggio dell’anno successivo 2005, sempre nella qualità di Vicepresidente Nazionale dei Maestri del Lavoro, unitamente a mia moglie, ricevemmo l’invito del Presidente di partecipare al Quirinale, nel salone dei Corazzieri alla celebrazione della Festa del Lavoro. Anche in quella occasione avemmo l’incontro e una cordiale stretta di mano con il Presidente Ciampi.
Da cittadino lughese e da Presidente Unuci, organizzatore della “Giornata del Tricolore” posso affermare di aver sempre guardato con rispetto e venerazione alla figura del Presidente prima e del cittadino poi, Carlo Azeglio Ciampi.
Mi sono sempre rimaste impresse nella memoria alcune fra le tante frasi pronunciate dal Presidente Ciampi nel corso del Suo settennato a proposito del Tricolore.
Ne ricordo alcune che recito a memoria: “Noi amiamo il Tricolore come amiamo i nostri padri perché esso ha rappresentato il riscatto, il risveglio, il miracolo di un popolo che all’improvviso diventa volontà comune: Custodiamolo con cura. Regaliamolo ai nostri figli.” E ancora: “La nostra bandiera non è una semplice insegna di stato ma è un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che in esso vessillo si identifica. Il Tricolore, simbolo della nazione esige rispetto come esigono rispetto i sacri principi della nostra Costituzione. Un buon cittadino, un vero italiano onora e rispetta i simboli della Patria: il Tricolore, la Costituzione Repubblicana, l’Inno Nazionale. Sono simboli e valori inalienabili e insostituibili. Non dimentichiamolo mai.”
Grazie Presidente.
Renzo Preda – Presidente UNUCI Lugo – Unione Nazionale Ufficiali In Congedo d’Italia. Lugo
(Fonte: Ufficio Stampa Unione dei Comuni della Bassa Romagna, 20 settembre 2016)
(EdP-mb)