Il cargo russo Progress M-27M che, a causa di un malfunzionamento occorso poco dopo il lancio lo scorso 28 aprile, non è riuscito a raggiungere e rifornire la Stazione Spaziale Internazionale, sta per rientrare sulla Terra in modo non controllato (http://www.asi.it/it/news/progress_fuori_controllo).
Al fine di monitorare l’evolversi della situazione e dare aggiornamenti nei prossimi giorni all’intero sistema di protezione civile sulla base dei dati che verranno forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e da quella Europea (ESA), è stato costituito un gruppo composto da tecnici del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, dell’ASI stessa, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dell’ENAV, dell’ENAC, di ISPRA, del Comando Operativo Interforze e del Friuli Venezia Giulia in rappresentanza di tutte le Regioni.
Come successo anche in passato, bisognerà attendere fino all’ultimo giorno e a poche ore prima dell’impatto con l’alta atmosfera per valutare quali potrebbero essere le zone del pianeta maggiormente esposte all’eventuale caduta.
Infatti, secondo le stime dell’Agenzia Spaziale Italiana, considerate le dimensioni, i materiali e il peso, la capsula potrebbe non consumarsi completamente nell’impatto con l’atmosfera e pertanto alcuni oggetti potrebbero arrivare fino al suolo.
Secondo le previsioni fornite, a oggi, da ASI, la finestra temporale ipotizzata per il rientro del cargo sulla Terra va dalle ore 22:12 del 7 maggio alle ore 15:04 del 9 maggio: il centro di controllo missione russo, infatti, non è in grado di governare l’orbita e, dunque, quando e dove gli eventuali frammenti del cargo cadranno sulla Terra non può ancora essere previsto. L’area interessata si restringerà sempre di più con il passare del tempo e l’affinamento delle previsioni.
L’Agenzia Spaziale Europea rilascerà periodicamente le previsioni di rientro e manterrà tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e le autorità competenti costantemente aggiornate, anche per consentire di informare la popolazione su eventuali pericoli.
(Ufficio Stampa Dipartimento della Protezione Civile) 6 maggio 2015
(EdP-mb)