Era decollato da Temuco, nella provincia di Osorno, in Cile, 53 anni fa. Dopo un’ora e un quarto dal decollo, mentre sorvolava la Cordigliera delle Ande, aveva chiesto al controllo a terra di scendere di quota a causa di formazioni di ghiaccio, poi più nulla. Dal 3 aprile 1961 il Douglas DC3, siglato CC-CLD della compagnia aerea Lan, era misteriosamente scomparso.
Tra i venti passeggeri e i quattro membri dell’equipaggio, trasportava parte dei calciatori della squadra cilena del Green Cross, che rientravano a Santiago dopo una partita giocata con il Provincial Osorno, valevole per la Copa Chile, e più precisamente otto giocatori (Dante Coppa, Eliseo Mouriño, José Silva, Manuel Contreras, David Hermosilla, Berti González, Alfonso Vega e Héctor Toledo), l’allenatore della stessa squadra Arnaldo Vásquez e il medico sociale Mario González, assieme a Luis Medina, rappresentante dell’ANFA, Pedro Valenzuela, presidente dell’Asociación Central de Fútbol, e tre arbitri di calcio, Lucio Cornejo, Roberto Gagliano e Gastón Hormazábal.
Le successive operazioni effettuate dalle squadre di soccorso inviate alla ricerca del velivolo continuarono a dare esito negativo.
L’ 8 febbraio scorso, il velivolo è stato casualmente ritrovato da una spedizione di alpinisti in Cile, in una zona sperduta sul Monte Lastima, nel Nevadi de Longavì nella provincia di Lineares. Durante l’escursione è stata avvistata per prima la fusioliera del velivolo distrutto, poi il triste ritrovamento dei corpi. Il capo della spedizione che ha scoperto il relitto, Leonardo Albornoz, ha raccontato alla stampa che «gran parte della fusoliera è intatta e si trova a oltre 3mila metri di altitudine; nella zona sarebbero sparsi resti umani e materiale di vario genere». L’esatta posizione del ritrovamento non sarebbe stata ancora comunicata alla stampa.
Assieme all’incidente aereo del grande Torino, avvenuto nel 1949 a Superga, quello del Green Cross fu uno dei più gravi disastri che hanno coinvolto squadre di calcio. (Edp-mb)