Thiene ricorda Arturo Ferrarin a 100 anni dal Raid Roma-Tokio


Testo e fotografie di Claudio Toselli                 (collaborazione redazionale Massimo Baldi)

(Tempo di lettura: 02′:50″)

All’Aeroporto di Thiene, ridente città in provincia di Vicenza, si sono tenute il mese scorso le celebrazioni per il Centenario del Raid Roma–Tokyo di Arturo Ferrarin, pilota militare nativo della città veneta, decorato medaglia d’oro e d’argento al valore aeronautico.  La trasvolata, che nel 1920 conferì al giovane ufficiale fama a livello mondiale, era stata ideata da Gabriele D’Annunzio e fu compiuta assieme al Tenente Guido Masiero, unitamente ai motoristi Cappannini e Maretto, a bordo di due velivoli S.V.A. (Savoia Verduzio Ansaldo) 9, che impiegarono 109 ore di volo per percorrere 18.000 kilometri, con scali in Cina a Canton, Fuzhou e Shanghai, con arrivo a Tokyo il 31 maggio 1920.

In occasione della rievocazione del Centenario è stato organizzato dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare un Corso di cultura aeronautica, totalmente gratuito e rivolto agli studenti delle scuole medie superiori di età compresa tra i 16 e i 20 anni, che quest’anno, in concomitanza con la celebrazione, si è tenuto proprio nella città vicentina.  Il corso, che ha visto 170 giovani selezionati dall’Arma Azzurra, si è articolato in due settimane e diviso in fasi pratiche e teoriche, lezioni riguardanti i principi del volo, nonché voli di ambientamento sugli aerei Siai-208M del 60° Stormo di Guidonia, pilotati da istruttori di volo.

La giornata più importante per l’avvenimento è stata sicuramente venerdì 18 ottobre in cui il grande Hangar RTHM, acronimo di Roma-Tokyo Hanfar Museum, ha ospitato un media day in cui sono stati presentati alle autorità civili e militari della città di Thiene, alla stampa e ai numerosi fotografi accreditati, in un’appassionante conferenza stampa, il corso di cultura aeronautica per i giovani aspiranti piloti, assieme all’evento storico realizzato da Antonio Ferrarin nel 1920, che conferì all’epoca un notevole contributo al progresso dell’aviazione mondiale. Ma il momento magico è arrivato quando sul campo sono stati presentati cinque Siai-208M caratterizzati in coda da una splendida livrea special color, realizzata dallo Studio Basso Design, raffigurante il volto di Arturo Ferrarin che sovrasta le bandiere giapponese e italiana, nonché il logo del centenario e la firma dell’aviatore, le cui spese di realizzazione sono state interamente e volontariamente pagate dalla famiglia del trasvolatore. Colorazione speciale che rimarrà sui velivoli del 60° Stormo per tutto l’anno in corso. Nello stesso giorno sono stati predisposti a seguire voli d’ambientamento degli studenti, dei giornalisti e dei fotografi intervenuti, con numerosi decolli e atterraggi degli splendidi “duecento-otto” decorati per l’evento. Voli che sono stati eseguiti anche in formazione stretta, per salutare idealmente e onorare con un basso passaggio sul campo il grande trasvolatore scomparso.

Chi era Arturo Ferrarin

Arturo Ferrarin nacque a Thiene il 13 febbraio 1895, da Antonio Ferrarin e Maria Ciscato, in una famiglia di industriali tessili. Sesto di sette figli, iniziò gli studi presso il Liceo Classico Foscarini di Venezia che completò presso l’Istituto Tecnico Fusinieri di Vicenza. Prese parte alla Prima Guerra Mondiale come mitragliere, nel corpo degli aviatori, e poi dall’agosto 1916 come pilota e sottotenente da caccia nella sezione staccata per la difesa di Bergamo della 122^ Squadriglia, in seguito nella 108^ Squadriglia Nieuport vicina a Milano e successivamente nella 82^ Squadriglia.  Per il suo coraggio e per le sue azioni in guerra, fu insignito della Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico, assieme alle numerose onorificenze ricevute per le altre imprese aeronautiche compiute. Dopo aver acquisito fama mondiale nel 1920 col raid di cui è stato celebrato il centenario, nel 1928 fu decorato medaglia d’oro al valore aeronautico per aver conquistato con il Cap. Carlo Del Prete i primati mondiali di durata di volo in circuito chiuso e di distanza senza scalo dall’Italia al Brasile (Fonte Wikipedia). Morì il 18 luglio 1941 sull’aeroporto di Guidonia, collaudando il prototipo sperimentale di un velivolo S.A.I. Ambrosini 107 MM44.

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