Labigi: «Inascoltati da ENAV, continueremo la nostra battaglia. Chiederemo un incontro al neo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia»
Non sono intenzionati ad arretrare dalle proprie posizioni gli iscritti al sindacato autonomo i quali hanno confermato lo sciopero di quattro ore previsto, su tutto il territorio nazionale (isole comprese), il 14 maggio. Dopo il fermo del 9 aprile che ha comportato la cancellazione di oltre trecento voli e un’adesione dell’oltre il 70%, gli uomini radar sono pronti ad incrociare ancora una volta le braccia per far valere i propri diritti.
«Rappresentiamo circa il 30% dei dipendenti di Enav e oltre il 50% dei controllori del traffico aereo – sottolinea Gianluca Labigi, coordinatore nazionale di Un.I.C.A. –. Bisogna far comprendere, ai passeggeri e alle compagnie aeree, che non siamo entusiasti di scioperare. Sappiamo di causare enormi disagi ai cittadini. Tra di loro vi sono anche i nostri familiari e amici che prendono l’aereo nei giorni in cui cerchiamo di rappresentare i nostri problemi. Se ci fosse un altro modo per farci ascoltare, sicuramente lo faremmo ma, purtroppo, non è così ed ecco che siamo costretti a scioperare. Ci teniamo però a ribadire che le nostre azioni sono sempre state affrontate con senso di responsabilità. Negli anni, pur di tessere un dialogo con l’azienda, siamo scesi a molti compromessi: abbiamo cancellato molti scioperi, così come altrettanti ce ne hanno differiti e, ancora, abbiamo ridotto gli orari per attenuare gli impatti».
Non solo gli uomini radar, ma anche esperti assistenza al volo, personale FISO e meteorologi hanno scioperato lo scorso 9 aprile testimoniando, dunque, che il malcontento è generale e diffuso. Secondo i dati pubblicati da Eurocontrol, lo sciopero scorso ha provocato, in Italia, oltre 60 ore di ritardo.
«La firma di un Contratto di Settore che vede come Associazione datoriale “Assocontrol“, un’associazione che raggruppa una sola azienda, ENAV (visto che a Techno Sky il contratto non si applica) – aggiunge Labigi – fa pensare che il contratto aziendale possa essere lo strumento più adeguato per regolare i rapporti tra lavoratori ed UNA azienda. Le ormai consolidate indicazioni governative sia nazionali che europee descrivono il futuro mondo del lavoro regolato da contratti aziendali, ed è quello che chiediamo anche noi, almeno per quelle aziende con un certo numero di dipendenti. Frattanto – rimarca il coordinatore nazionale – aspettiamo l’insediamento ufficiale del neo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, al quale facciamo i nostri auguri per il prestigioso incarico. Dopo il 25 maggio, data in cui si ufficializzerà la sua nomina, auspichiamo di poter incontrare il presidente Boccia per discutere con lui delle problematiche e delle prospettive della nostra professione».
Altra questione, non meno importante e sentita, sulla quale si batte il sindacato Un.I.C.A., è quello riguardante le pensioni. “In questo momento – aggiunge Labigi – abbiamo due colleghi, ai quali a breve se ne aggiungeranno molti altri, che si trovano in un limbo normativo: ENAV ed INPS non sanno come affrontare la situazione, il DPR 248/90 riporta dei riferimenti che la legge Fornero mette in discussione. La nostra figura professionale – visto l’elevato stress psicofisico e le responsabilità connesse allo svolgimento delle nostre mansioni – è sempre stata abbinata alle forze dell’ordine; nelle ristesura della legge, però, si è persa la nostra categoria dalle liste di quelli che a 60 anni possono andare in pensione nonostante la licenza non ci permetta di operare oltre i 60 anni.»
(Fonte: Ufficio Stampa Un.I.C.A., 19 aprile 2016)
(EdP-mb)